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Nuova Pescara, ancora luci e ombre sulla questione

Anche l’ex Presidente del consiglio comunale di Pescara, Licio Di Biase, esprime le sue perplessità riguardo al comune Nuova Pescara, progetto che andrebbe a fondere le città di Pescara, Montesilvano e Spoltore.

“Siamo di fronte ad una scelta molto discutibile, che merita dibattiti, approfondimenti e dati certi”, ha esordito Di Biase. “Fare oggi un Comune di 200.000 abitanti non serve, piuttosto sarebbe utile ripartire dall’Area Metropolitana Chieti-Pescara”.

“Avviare la procedura per la fusione dei tre Comuni è, sicuramente, dare seguito all’esito referendario, ma è anche andare contro la logica storica, territoriale, socio-economica e antropologica. Avviare la macchina per la fusione a freddo è assurdo”. Tra i lati negativi di questa fusione, ci sarebbe anche “il rischio di spalmare sulle comunità di Spoltore e Montesilvano, il debito del predissesto del Comune di Pescara e quindi occorre valutare i vantaggi economico-finanziari dalla fusione. Nemmeno il taglio di due Consigli Comunali, sarebbe motivo di risparmio”.

Unico dato positivo per l’ex Presidente del consiglio comunale, è “la possibilità di trasferire definitivamente il capoluogo di Regione da L’Aquila a Pescara”.

Proprio la discussione che si è sollevata in merito al capoluogo di regione, per Gianluca Baldini del Fronte Sovranista Italiano sezione di Pescara, “sta degenerando, eliminando purtroppo ogni speranza di intavolare un dibattito serio su costi e benefici di una eventuale ‘Grande Pescara’. Il referendum consultivo, proposto in occasione delle ultime elezioni amministrative, non può essere considerato rappresentativo della volontà popolare, perché nessun cittadino è andato a votare su questo tema con la piena consapevolezza che richiede l’assunzione di una scelta così importante”.

“Il rischio per i comuni incorporati”, spiega Baldini, “sarebbe, dunque, quello di diventare il “Far West” della grande area metropolitana. Il processo di fusione, peraltro, non gioverebbe neanche alla stessa città di Pescara, che soffre di problemi annosi che non hanno visto uno spiraglio di soluzione perché mai affrontati adeguatamente”.

“Invitiamo pertanto alla riflessione, al confronto pubblico, e a un dibattito che entri nel merito delle questioni. Una fusione di queste dimensioni, mai sperimentata prima in Italia, sortirebbe certamente l’effetto opposto, di creare eccessiva pressione su un centro costiero che ha conosciuto uno sviluppo demografico repentino e insostenibile. È un gioco a perdere in cui oggi viene tirata dentro anche L’Aquila, per alimentare le lotte di campanile sulla titolarità del capoluogo di regione. I problemi dei pescaresi e degli abruzzesi sono altri”.