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Pescara, la protesta contro la Bolkestein: i balneatori celebrano il funerale del turismo-FOTO e VIDEO

Pescara. Un corteo funebre simulato da circa 400 operatori balneari ha attraversato il centro per chiedere al Governo di negoziare con l’Europa e rovesciare la direttiva Bolkestein che metterà all’asta le concessioni demaniali. Le ‘esequie del turismo balneare’ sono state celebrate simbolicamente dalla protesta regionale di questa mattina.

“No alle aste! Difendiamo il futuro del turismo balneare”. Con questo slogan circa 400 persone hanno attraversato in segno di protesta il centro di Pescara per manifestare contro la direttiva Bolkestein e la politica che il governo nazionale sta seguendo per l’applicazione in Italia di questa normativa. Il corteo regionale, organizzato da Fiba-Confesercenti, Fab-Cna e Assobalneari-Confindustria ha radunato nel capoluogo adriatico una folta schiera delle circa 800 attività balneari della regione, da San Salvo a Martinsicuro. Una sfilata partita alle 9:30 da piazza della Repubblica, dove ha si affaccia la nuova sede dell’assessorato al turismo. In capo alla sfilata un furgone con a bordo una bara e i rappresentanti delle sigle di categoria: Riccardo Padovano (Sindacato italiano balneatori), Cristiano Tomei (Fab), Antonio La Torre (Fiba) e Ottavio Di Stanislao (Assobalneri).  il corteo, rumoroso, si è colorato con le bandiere della Spagna, nazione che ha ottenuto la proroga di 75 anni alle attuali concessioni, esempio che la categoria vuole far prendere al ministro Gnudi prima che l’Italia, già sanzionata dall’Unione Europea, adotti la direttiva Bolkestein rendendola esecutiva. I balneatori chiedono che il governo non vada da solo a Bruxelles, il 6 novembre, ma con delegazioni di amministratori pubblici e imprese, e che ancor prima venga resa nota la proposta che il ministro intende avanzare all’Europa.

Insieme ai manifestanti, schierati in loro sostegno, il sindaco Mascia e molte altre fasce tricolori dei 19 comuni costieri, i presidenti delle Province di Pescara e Chieti, Testa e Di Giuseppantonio, Luciano Monticelli, sindaco di Pineto e delegato nazionale Anci al Demanio Marittimo e l’assessore regionale Carlo Masci. Sulle note di ‘Gente di mare’, la manifestazione, marciando su corso Vittorio Emanuele, è giunta fino a piazza Italia, dinanzi al comune, dove gli interventi al microfono di Mascia e Testa hanno confermato la critica delle istituzioni locali contro la politica del Governo, anche a causa della mancata concertazione da parte di Gnudi. Poi l’occupazione del cavalcavia dell’asse attrezzato, che ha causato la chiusura della strada a scorrimento veloce, con il traffico costretto ad interrompersi all’uscita per Porta Nuova. Una seconda tappa, quindi, in piazza della Marina, dove è dislocata la Direzione marittima. Qui il saluto da parte del comandante della Capitaneria di Porto, Luciano Pozzolano, e l’intervento di Mimmo Grosso, rappresentante della marineria, altra categoria in crisi a causa del mancato dragaggio: “Ci dispiace” ha detto il presidente dell’associazione armatori Pescara, “non aver potuto fornire il pesce fresco alle attività balnerai nei mesi estivi, così che i vostri ristoranti sono rimasti senza clientela”. Anche da parte dell’armatore sono giunte critiche alle normative europee: “C’è in atto una guerra che il mondo della pesca sta combattendo e che ci porta allo stremo: l’Europa vieta tante cose nel settore della pesca”, ha spiegato, “il nostro mare viene classificato come mare del Nord, si introducono principi normativi che non stanno nè in cielo nè in terra e quindi anche noi prima o poi scenderemo in piazza”.

Risalendo per via Marco Polo, il corteo si è riportato su via Marconi, paralizzando nuovamente il principale asse usato dal traffico del centro, per giungere in piazza Unione, sede del consiglio regionale. Qui la bara, portata a spalla per un ultimo tratto, è stata piazzata e ricoperta con un ombrellone, per celebrare il decesso del turistmo balneare, così come riportato nei manifesti confezionati per l’occasione e che sottolinea i diecimila posti di lavoro a rischio. Ma a ‘negare l’estrema unzione’ è intervenuto l’assessore regionale al Turismo Mauro Di Dalmazio, che ha promesso alla folla: “La Regione Abruzzo andra’ a Bruxelles. E ci andremo sia che ci invitino sia che non ci invitino”. “Questa mattina”, ha detto l’assessore, “abbiamo fatto partire una richiesta affinché il Governo non vada da solo in Europa per cui accompagneremo il Governo, se ce lo consentirà. Altrimenti, andremo lo stesso”. “E’ necessario fare i salti mortali per capire come si possono salvaguardare le oltre trentamila imprese balneari e il turismo italiano”, ha proseguito Di Dalmazio, “Quindi si deve andare in Europa e fare una battaglia, lasciando momentaneamente da parte il decreto del ministro”.

BANDIERE SPAGNOLE APPESE NEGLI STABILIMENTI

“La scelta del governo spagnolo dimostra che tutelare le peculiarità nazionali è possibile se la politica lo vuole. Al governo italiano chiediamo lo stesso coraggio, la stessa schiena dritta, perché regalare le spiagge italiane alle multinazionali sarebbe una vera e propria confisca del lavoro di 30 mila aziende italiane e 800 imprese abruzzesi, che hanno trasformato la sabbia in aziende produttive e sane”. Lo affermato Antonio La Torre, vicepresidente nazionale e presidente regionale di Fiba-Confesercenti, spiegando fino in fondo l’uso delle bandiere della Spagna nel corso della manifestazione odierna. “Ora appenderemo queste bandiere spagnole sulle nostre concessioni”, ha annunciato La Torre sotto il palazzo del Consiglio regionale di piazza Unione, “perché la politica ha il dovere di difendere le nostre imprese e i nostri dipendenti. Il documento redatto dal ministro Gnudi e con il quale l’Italia pensa di andare alla trattativa comunitaria è irricevibile: la politica faccia un passo avanti, si impegni a fondo affinché le nostre spiagge non diventino caselli autostradali o fast food, difendano il diritto di 800 aziende sane e produttive di proseguire il proprio lavoro. A dispetto del clima, questo è solo il primo giorno di un autunno bollente per la vertenza dei  balneari abruzzesi”.

MASCIA: UNIONE EUROPEA NON CALPESTERA’ IDENTITA ABRUZZESE

“Far parte dell’Unione Europea deve tradursi nella possibilità di avere benefici per la comunità, non può significare rinunciare al principio di autodeterminazione delle popolazioni, non significa allinearsi e calpestare l’identità di un popolo. Dunque l’Europa non può pensare né pretendere di cancellare quelle attività balneari che sono la storia della nostra città, della nostra regione del nostro Paese”, così’ il sindaco di Pescara, Luigi Albore Masci, ha sostenuto la protesta del comparto balneare. “La nostra economia poggia su alcuni capisaldi”, ha detto durante la manifestazione, “e uno di quei capisaldi, uno dei nostri punti fermi è rappresentato dai concessionari balneari, da quelle imprese costruite con il sacrificio di intere famiglie, imprese che oggi ignobilmente qualcuno vuole sottrarre a voi, alle vostre famiglie, ma anche alla nostra città e noi non intendiamo permetterlo”.

 

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