Bussi. Bocciata la linea di Edison: per la bonifica delle discariche di Bussi e Piano d’Orta bisogna rimuovere in toto tutti i rifiuti.
E’ quanto emerso dal tavolo tecnico che si è svolto oggi al Ministero dell’Ambiente a Roma, presenti, tra gli altri, lo stesso Ministero, la Regione, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Inail, l’Arta e le associazioni ambientaliste. La discussione è andata avanti per diverse ore.
Il Ministero, secondo quanto appreso, insieme agli altri enti e alle associazioni, una volta esaminate le due proposte progettuali avanzate da Edison, che prevedevano la permanenza dei rifiuti in loco con la copertura e altri interventi di decontaminazione, ha di fatto ribaltato la linea proposta dall’azienda che, seppur basata su studi avanzati, non convinceva proprio per la permanenza dei materiali.
Sia per Bussi che per Piano d’Orta l’opzione indicata dal tavolo è stata quella della rimozione totale dei rifiuti, con il contestuale avvio immediato di interventi di prevenzione, come il pompaggio delle acque contaminate, e con l’esame di ulteriori interventi sui terreni e sul suolo contaminato.
Entro il 30 novembre Edison dovrà presentare i due nuovi progetti e per la metà di dicembre è prevista una nuova riunione, per discutere le proposte che dovrebbero poi andare in conferenza dei servizi.
“È stata frenata quella che avevano definito una provocazione e ora Edison dovrà fare quello che in dieci anni non ha fatto. Finalmente si vede uno spiraglio di luce. Per noi la vera giustizia è la bonifica. Siamo estremamente soddisfatti”, commenta Augusto De Sanctis del Forum H2o. “La riunione – osserva l’ambientalista – è stata estremamente approfondita e franca. Il tentativo di Edison era inaccettabile, non si poteva pensare di trasformare in discarica due aree pregiate del territorio abruzzese, la prima in una zona in cui passa gran parte dell’acqua del Pescarese e l’altra in un centro abitato”.
Presenti anche Wwf e Legambiente, che commentano unitamente: “Il tavolo non ha ritenuto valide le proposte sono emerse discordanze con le analisi precedenti che non convincono ai fini delle azioni da sviluppare. In attesa che l’Arta chiuda rapidamente il contraddittorio su queste ultime analisi, è necessario ragionare innanzitutto sulla rimozione di tutti i rifiuti presenti. Da qui la proposta, a nostro avviso positiva, di sdoppiare l’azione in due sotto-progetti da presentare entro 30 giorni, così divisi: rimozione dei rifiuti ed intervento sulla sorgente inquinata. Le opere di contenimento non sono percorribili anche per evitare di incorrerre su future infrazioni.”
Durante i lavori sono stati presentati i risultati delle ultime azioni di monitoraggio ed analisi e si è attenzionata la proposta di azione di Edison.
Per quanto riguarda Piano d’Orta, anche alla luce dei nuovi risultati, si è palesata la necessità di ampliare l’area del sito da bonificare ed il Ministero ha investito l’Arta, la Regione ed il Comune di Bolognano di effettuare un nuovo sopralluogo entro i prossimi 15gg per le opportune verifiche fuori e dentro l’area interessata. Centrale resta la necessità di rivedere tutta la classificazione dei materiali al fine di definire la corretta gestione dei flussi a seconda della presenza o meno di rifiuti e della loro natura, entro 30gg. Di immediata applicazione sono, invece, le misure di prevenzione al fine di contenere la contaminazione, come la rimozione dei rifiuti superficiali presenti (come l’amianto) e l’emungimento delle acque sotterrane, dato che i rilievi hanno evidenziato valori fuori limite; mentre si resta fortemente critici sull’azione di “Messa in sicurezza permanente” con un pacchetto di impermeabilizzazione che non convince, anche alla luce della necessità avanzata dal Ministero di rivedere la classificazione dei materiali, quale elemento cardine per definire una corretta azione di bonifica. Resta, anche, il tema del riposizionamento della condotta irrigua, non di facile definizione vista la contaminazione dei luoghi anche fuori l’area del sito.
Sulla Tremonti che poggia nell’area più complessa dal punto di vista geologico ed idrogeologico, le indagini integrative condotte da Edison in contraddittorio con l’Arta (non ancora completate), propedeutiche alla definizione di un quadro di azione, erano volte a verificare anche la tenuta idraulica del palancolato e la presenza di strutture antropiche di contenimento. Dallo studio emerge che non ci sono anomalie o strutture antropiche (come cemento) di contenimento dei rifiuti depositati (che sono quindi liberi) e dalla prova di tracciato (ancora in corso) non emergerebbero fuoriuscite. Inoltre, i campionamenti effettuati darebbero tutti vita ad una classificazione come rifiuti speciali non pericolosi. Da qui la proposta di intervento che consiste nel completrare il palancolato esistente con messa in sicurezza della parte nord e trattamento in situ della sorgente di contaminazione, oltre a misure di prevenzione come i filtri a carbone attivo x emissioni da discarica. Resta preoccupante la presenza del travertino sotto la discarica con punti di vicinanza di meno di un metro e la presenza dei clorurati che subiscono una migrazione.
“L’unica opzione praticabile è quella della rimozione di gran parte della massa dei rifiuti insistenti sul Sir di Bussi”, rimarca anche, sulla bonifica della discarica Tre Monti, il Sottosegretario alla Presidenza Regionale con delega all’Ambiente Mario Mazzocca.“La proposta Edison, consistente prevalentemente nella applicazione di una lastra di plastica in prossimità dell’alveo fluviale, rappresenta una soluzione tutt’altro che sicura. Natura e consistenza delle situazioni di Bussi vanno necessariamente affrontate da un (almeno) duplice punto di vista: geologico ma anche idrogeologico. Se è vero come è vero che il sottosuolo di Bussi, dove transita il più grande e importante acquifero d’Abruzzo, si compone in buona parte di materiale litoide (equiparabile, dunque, ad una sorta di barriera permeabile) in presenza del quale il semplice e tipico intervento di “tombamento” non può apparire risolutivo. Nel caso specifico, d’altro canto, gli ecoreati sono più che conclamati: ora è il tempo delle bonifiche. Gli interventi di “capping” o con palancole sono propri della messa in sicurezza mentre l’asportazione diventerebbe il migliore intervento per non avere più pericoli su potabilità delle acque e qualità della vita”.
“Dopo un puntuale ed esaustivo confronto con l’Arta – continua Mazzocca – i nostri uffici hanno elaborato alcune proposte e formulato diverse richieste di chiarimenti che, come concordato con il Ministero, sono state oggi presentate in sede di Conferenza istruttoria nel previsto incontro con tutte le parti interessate. Le stesse, in detta sede, sono state assentite dal Ministero medesimo: gran parte dei rifiuti, dunque, andranno rimossi ed Edison dovrà rivedere il suo progetto. In ogni caso, la Regione Abruzzo procederà ad esercitare una decisa azione di convincimento nei confronti di Edison affinché la stessa proceda ad una reale attività di bonifica ambientale della imponente area di competenza”.