“Getta la sacca”. Questo e nient’altro si è sentito urlare contro Matteo Paolone, guardia giurata aquilana di 32 anni, che nel tardo pomeriggio di ieri è stato assalito da una banda di rapinatori mentre depositava l’incasso di alcuni benzinaio presso la Banca del Credito cooperativo di via Verrotti. Un colpo ben studiato, dato che i tre malviventi hanno impiegato 9 secondi netti per sottrargli un bottino che da una prima stima si aggira sui 70mila euro. E forse ci avrebbero messo anche meno se la reazione coraggiosa di Paolone non avrebbe innescato la sparatoria. Hanno atteso l’arrivo del Doblò della Metrosistemi a bordo di una Fiat Silo station wagon, rubata a Roseto lo scorso 24 agosto, e quando il veicolo del vigilantes si è fermato nell’apposito parcheggio per i depositi, in due si sono avventati contro l’uomo, volto coperto da passamontagna e fucile in mano. “Getta la sacca”, gli hanno appunti intimato, ma Paolone ha reagito. Quindi l’esplosione di due colpi: la rosata del primo lo ha raggiunto alla mano sinistra, la seconda lo ha colpito al volto e alla testa, raggiungendo anche il furgoncino dell’agenzia di sicurezza. A quel punto la sacca è stata agguantata dai due banditi, che sono fuggiti con la Stilo guidata da un terzo complice, individuato da alcuni testimoni e dalla stessa vittima come palo e autista dal volto inespressivo, probabilmente coperto da una maschera. Un viaggio breve, poche centinaia di metri e la station wagon si è fermata nella parallela di via Verrotti, via Saragat: i carabinieri l’hanno ritrovata con una ruota squarciata e il motore ancora accesso. I rapinatori, quindi, potrebbero aver proseguito la fuga a piedi dopo aver accidentalmente forato il pneumatico, ma si può anche pensare all’utilizzo di un secondo mezzo, una macchina ‘pulita’ e non ripresa dalle immagini di sorveglianza, come il piano avrebbe potuto facilmente prevedere. Da qui proseguono le indagini dei Carabinieri della compagnia di Montesilvano, guidata dal capitano Enzo Marinelli, mentre Paolone rimane ricoverato nel reparto Ortopedia dell’ospedale di Pescara. Per lui una prognosi di 45 giorni, dopo aver subito un’operazione per la rimozione dei pallini conficcati nella mano sinistra, ma potrebbe perdere la funzionalità di alcune dita.
Filcalms-Cgil: si rischia la vita per 1000 euro. A lamentare scarsa attenzione ai lavoratori del settore sicurezza privata è Luca Ondifero, della Filcams-Cgil di Pescara, critico contro quelle istituzioni che “come spesso accade solleveranno ora un coro di solidarietà nei confronti delle guardie giurate che lavorano e che rischiano la vita ogni giorno, ogni notte, per portare a casa 1000 euro al mese”. “Troppe volte abbiamo assistito ad attentati, agguati, sparatorie, che coinvolgono le guardie giurate, e in alcune occasioni si sono registrati dei morti”, dice Ondifero, “ciononostante questi lavoratori continuano a rischiare la vita e non si registrano idonee misure per poter rendere più sicuro il lavoro”. E’ il sindacalista a spiegare le mille difficoltà che vivono i vigilantes: “In questo settore sono presenti diverse aziende che non sono in regola con i dipendenti, con gli stipendi, con gli orari spesso massacranti, anche di 13-14-15 ore al giorno. Un settore, come altri”, polemizza ancora Ondifero, ” dove vengono aggiudicati appalti con offerte al massimo ribasso i cui effetti sono il risparmio da parte dei committenti, e il mancato rispetto dei salari, degli orari, delle norme contrattuali, dei costi di previdenza e sicurezza, da parte degli istituti aggiudicatari degli appalti, e le conseguenze vengono pagate dai lavoratori”. Il rappresentante Filcams, all’indomani del ferimento di Paolone, auspica “che tutti gli enti preposti al controllo, ognuno per quanto di propria competenza, prendano in seria considerazione le condizioni degli operatori di vigilanza privata, ed evitino dichiarazioni di circostanza che, una volta spenti i riflettori sull’ennesimo fatto di cronaca, restino solo parole”.
Confesercenti: criminalità sottovalutata. Il direttore di Confesercenti Pescara, Gianni Taucci, alza il tiro della polemica, strigliando le istituzioni locali ad adottare una visione più ampia del problema sicurezza sull’area metropolitana, cogliendo l’occasione degli ultimi, gravi episodi accaduti in poche ore: l’incendio doloso di via Pian delle Mele e la rapina di via Verrotti: “Non è certo la sola coincidenza temporale di questi due eventi a preoccupare gli imprenditori”, spiega, “ma il susseguirsi ormai cronico di gesti dimostrativi, atti vandalici, piccoli furti. Tutto viene sempre ridotto ad una microcriminalità che non si riesce a fermare, ma è evidente che qualche anno fa non esistevano episodi di questo tipo. Incendiare un’attività in un quartiere residenziale, fare una rapina in pieno pomeriggio, mettere fuoco ad uno stabilimento balneare o far esplodere un bar sulla riviera: a queste latitudini non siamo abituati a questi fatti”. Per queste ragioni, Bruno Santori, presidente di Confesercenti, ritiene sia “assolutamente necessaria una risposta forte, che parta certo dalla microcriminalità i cui effetti i commercianti stanno subendo con sempre maggiore frequenza specie a Montesilvano, ma che arrivi ad affrontare un ragionamento più ampio, capisca cosa stia avvenendo e per quale ragione, quali interessi si stiano muovendo con tanta violenza”. Anche per questa ragione Confesercenti ha deciso, di concerto con l’associazione nazionale antiracket Sos Impresa, di istituire un osservatorio della legalità sull’area metropolitana.
Partita l’inchiesta. E’ stata aperta dalla Procura di Pescara, affidata al pm Giuseppe Belelli, un inchiesta sulla rapina di ieri sera. Le ipotesi di reato sono apina aggravata, tentato omicidio e porto abusivo d’arma.