Pescara. Sono iniziate questa mattina, nel carcere di San Donato a Pescara, le perizie per accertare lo stato di salute mentale di Davide Troilo, l’uomo di 33 anni accusato dell’omicidio volontario, pluriaggravato dalle coltellate inferte, della sua ex fidanzata Jennifer Sterlecchini, 26 anni, assassinata a Pescara il 2 dicembre del 2016.
I primi colloqui, questa mattina, sono durati circa un’ora e mezza, alla presenza del perito nominato dal giudice, il professor Massimo Di Giannantonio, ordinario di Psichiatria all’università d’Annunzio di Chieti-Pescara, della consultente del pm Rosalba Trabalzini, psichiatra, psicologo e neurologo, e della consulente della difesa, la psicologa Gloria Colabufalo.
La difesa sostiene che Troilo, al momento dell’omicidio, era solo parzialmente capace di intendere e di volere, e saranno proprio le perizie a dovere accertare “quale fosse lo stato di salute mentale dell’imputato quando ha compiuto il delitto, se vi siano situazioni di tipo psicopatologico che abbiano reso pieno o ridotto il possesso delle sue facoltà mentali, se vi sia una dimensione di pericolosità sociale e se sussista la possibilità e la capacità dell’imputato di stare nel processo”.
Gli esperti avranno 70 giorni di tempo per consegnare le relazioni, che saranno discusse in aula, nel tribunale di Pescara, il prossimo 24 gennaio, davanti al gup Nicola Colantonio.