Pescara. Dubbi sullo scontro tra una mamma e un agente della polizia municipale, denunciato dalla donna con tanto di referto del Pronto soccorso. Ma anche il vigile è risultato ferito da una ‘borsettata’. Lei avrebbe insistito, durante il temporale di venerdì, di passare per una strada bloccata per raggiungere il figlio a scuola. Dal diniego sarebbe scaturita un’aggressione a vicenda: il sindaco apre un’indagine.
Le versioni sono contrastanti, e si rischia il concorso di colpa. Da una parte quella della donna, che lavora in via Marconi e aveva urgenza di andare a prendere il figlio all’uscita da scuola. Dall’altra quella del vigile urbano che venerdì mattina, durante il temporale, prestava servizio in via Elettra, dove le transenne vietavano di passare per la strada allagata. Lei, come riportato sul verbale della denuncia esposta in questura, avrebbe chiesto all’agente dove poter passare, data l’impraticabilità della strada. Sotto il nubifragio, il vigile non avrebbe prestato troppa attenzione alle richieste della signora, nonostante la sua veemenza dettata dalla preoccupazione di recarsi a scuola del figlio che in breve tempo avrebbe terminato le lezioni. L’agente della municipale, quindi, preoccupato del traffico in tilt, avrebbe cercato di far desistere le pressioni della signora: dove sta la ragione e il torto, da quel momento in poi, è tutto da appurare. Secondo la denuncia, la donna avrebbe ricevuto spintoni e minacce d’arresto dall’agente della Municipale, che l’avrebbe addirittura trattenuta con forza per un braccio e spinta al petto, tanto da causarle dei traumi bisognosi di cure in Pronto Soccorso. Ma in ospedale c’è finito anche il vigile che, come riporta il referto medico, ha subito dei trami alla testa causati dalla borsa che la donna ha usato come oggetto contundente.
Sulla questione, quindi, il sindaco Albore Mascia ha chiesto al comandante della Polizia Municipale di aprire immediatamente un’indagine interna sulla vicenda, acquisendo il verbale scritto dell’agente coinvolto e di eventuali testimoni. “L’indagine dovrà essere chiusa con la massima sollecitudine per accertare i fatti come realmente si sono svolti”, afferma il primo cittadino. Ma a caccia di testimoni, ora, c’è anche la famiglia della donna: il padre, ieri pomeriggio, è sceso su via Marconi con dei cartelli appesi al collo con delle catene, al fine di attirare l’attenzione di eventuali testimoni presenti all’accaduti.