L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, sta protestando per questioni legate al lavoro e non ha lacuna intenzione di scendere e rifiuta qualsiasi forma di dialogo. Il vecchio traliccio fortunatamente non è funzionante.
Non è la prima volta che il 57enne ricorre a dimostrazioni del genere; gia lo scorso 2 maggio, infatti, si arrampicò su uno dei tralicci che supportano l’illuminazione del campo sportivo di San Marco, a San Donato, dopo essersi incatenato già due volte lungo le gradinate del Municipio. Ai vigili del Fuoco, intervenuti per piazzare un materasso gonfiabile al di sotto del palo in disuso, l’uomo ha detto: “Lo Stato non mi aiuta e mi costringe a delinquere”. Sul posto anche la polizia, che sta cercando di convincerlo a scendere, insieme ai funzionari della Digos e ai familiari.
Aggiornamenti. E’ durata tutta la mattina e continua ancora la protesta di Remo Di Michele, ancora asserragliato al terzo livello del traliccio sull’area di risulta, comodamente appostato con una sedia di plastica sul palo che sorregge alcune luminare del maxi-parcheggio, ben fornito d’acqua e cibo. Il costante monitoraggio di Polizia e Vigili del Fuoco non ha scoraggiato il manifestante, ormai da 12 ore in protesta contro lo Stato che gli ha “negato un aiuto e costretto a delinquere”. Per fortuna, finora nessun incidente si è verificato, ma l’uomo, diabetico, ha annunciato di aver smesso di prendere i necessari medicinali. Anche per questo, sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, oltre ai Vigili del Fuoco che hanno disattivato la corrente all’illuminazione e piazzato un materasso gonfiabile ai piedi del traliccio.Di Michele, piazzatosi a 10 metri d’altezza, non minaccia di gettarsi nel vuoto, bensì insiste soltanto nel ricevere un aiuto dalle istituzioni affinchè gli venga affidato un impiego, per se e per moglie e figlia, tutti disoccupati. Nemmeno l’intervento di quest’ultima è servito a farlo ravvedere: pare intenzionato a proseguire ad oltranza.