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Omicidio Montesilvano, il movente resta un mistero: il fucile nascosto nella Marsica

Pescara. Resta ancora un mistero il movente alla base dell’omicidio di Antonio Bevilacqua, il 21enne ucciso una settimana fa in un pub di Montesilvano da Massimo Fantauzzi. In attesa di interrogare il 46enne reo-confesso, i Carabinieri hanno fatto oggi un punto sulla cattura e sugli 8 giorni di latitanza dell’assassino.

Appurato che c’è stata una lite furibonda tra i due, resta ancora da capire il motivo della stessa, poi sfociata nell’omicidio del rom 21enne all’interno del pub BirraMi, dove Massimo Fantauzzi ha esploso un colpo di fucile al volto del ragazzo. E’ stato il colonnello Marco Riscaldati, comandante provinciale dei carabinieri di Pescara, a chiarire stamani i dettagli sul caso nel corso di una conferenza stampa, 48 ore dopo la cattura del 46enne.

Tutto ancora da riscontrare con la versione che Fantauzzi potrebbe fornire nell’interrogatorio di garanzia non ancora avvenuto, mentre l’uomo resta recluso in isolamento, per proteggerne l’incolumità, in un penitenziario di cui non è stata fornita indicazione: la sorella, infatti, reclusa a Chieti, è stata pestata non appena appresa l’identità dell’assassino.

Più esclusioni che conferme, da parte dell’Arma, rispetto a quanto emerso nelle ore immediatamente successive al delitto. Fantauzzi è scappato con la sua moto subito dopo aver sparato, dirigendosi verso la Marsica, a Ortona dei Marsi, dove ha smontato e seppellito il fucile, un calibro 12 sovrapposto con matricola abrasa (arma clandestina che verrà affidata al Ris di Roma). E’ stato lo stesso a Fantauzzi, dopo l’arresto, a condurre i carabinieri sul posto, un terreno nei pressi della galleria dell’autostrada a Cocullo.

Successivamente, con la moto è tornato verso Pescara, fermandosi nei pressi del parco fluviale a ridosso del centro commerciale Megalò per gettare il mezzo nel fiume (già recuperato su sue indicazioni). Poi, a piedi, si sarebbe avvicinato a Montesilvano, improvvisando una latitanza durata 8 giorni. Ha vagato per le campagne, rifugiandosi in luoghi di fortuna, senza supporto logistico da parte di nessuno. Molto probabilmente per questo, logorato dai giorni alla macchia, sabato pomeriggio si è consegnato a una pattuglia che lo ha avvicinato in una zona rurale tra i colli di Pescara e Montesilvano.

Durante le perquisizioni svolte negli ultimi giorni, i carabinieri hanno trovato in casa sua 100 grammi di marijuana e una pistola scacciacani. Riscaldati ha precisato, inoltre, che non la versione di un super-testimone ma quelle delle diverse persone presenti nel pub hanno consentito di identificare Fantauzzi, così come ha smentito le voce circa le volontà di vendetta e di ritorsione da parte della comunità rom, di cui Bevilacqua faceva parte. A un singolo, già ascoltato in caserma, viene ascritta la responsabilità dei post su Facebook tesi a offrire una taglia in cambio di informazioni sull’assassino in fuga.

Non trovano conferma nella versione dell’Arma le ipotesi di un debito legato alla droga tra Fantauzzi e Bevilacqua, ritenuti semplici conoscenti. Le indagini del Nucleo Investigativo del Reparto operativo di Pescara e della Compagnia di Montesilvano, coordinati dalla procura del capoluogo adriatico, sembrano essere prioritariamente mirate a risalire proprio al motivo della tensione fra i due.