Montesilvano. E’ Massimo Fantauzzi l’uomo ricercato per l’omicidio del 21enne Antonio Bevilacqua, ucciso la notte tra venerdì e sabato scorsi in un pub di via Verrotti con un colpo di fucile al volto.
Sul 46enne che vive nella stessa zona del Pub BirraMì, dove abitava anche il giovane rom ucciso, si sono concentrate immediatamente le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo, coordinate dal pm Paolo Pompa, basandosi innanzitutto sulle immagini di una telecamera di sorveglianza posta all’esterno del locale. Ripresa per intero la scena dell’arrivo dell’uomo che, spianando il fucile, entra nel pub per esplodere il colpo mortale, per poi scappare a piedi. Due i frangenti che lo hanno incastrato: un frame in cui si intravede il volto, nonostante il cappuccio sulla testa e il passamontagna indossato, e l’inquadratura di un testimone.
Quest’ultimo, ben noto alle forze dell’ordine per vicende molto simili, era stato individuato anche nella lite che, poco prima dell’omicidio, si era scatenata nel pub tra Bevilacqua, entrato per bere una birra dopo aver comprare le sigarette dal distributore adiacente, e Fantauzzi. Secondo la ricostruzione fornita ai Carabinieri, tra i due sarebbe volata la parola “infame”, termine notoriamente non accettato nell’ambiente criminale (anche Bevilacqua ha piccoli precedenti, mentre il padre è in carcere per omicidio). Il testimone avrebbe riferito ai militari che Fantauzzi, dopo la lite, si sarebbe allontanato per procurarsi una mazza a consumare la vendetta, invece è poi tornato con un fucile a doppia canna mozza e proiettili plurimi che ha colpito il ragazzo vicino all’occhio, non lasciandogli scampo.
Nel quartiere della piccola cittadina, il nome di Fantauzzi è circolato immediatamente, tanto che la stessa figlia ha postato su Facebook un post crudo e amaro, accusandolo di violenze anche nei suoi confronti e in quelli della madre.
Dinamiche che potrebbero aver complicato le ricerche degli investigatori: se, infatti, inizialmente si era parlato di poche ore prima della cattura, Fantauzzi è ormai in fuga da 6 giorni. Da subito, con la tensione rapida a salire e il timore di ritorsioni sempre più diffuso, anche la madre del presunto killer, disperata, aveva diffuso mediaticamente un video-appello al figlio per invitarlo a consegnarsi, chiedendo contemporaneamente alla famiglia Bevilacqua di perdonarlo e di non aggiungere violenza a violenza.
Tant’è, però, che via social si è scatenata una caccia all’uomo parallela, con tanto di taglia promessa dagli amici del 21enne morto in cambio di informazioni o consegna di Fantauzzi. Quindi, nelle ultime ore, è arrivata l’ufficialità sul nome del ricercato, e la vendetta trasversale si è consumata in men che non si dica: ieri, nel carcere femminile di Chieti, la sorella di Fantauzzi, Sabrina, detenuta per furto, rapina e porto d’armi, è stata pestata da tre detenute rom, stessa etnia del ragazzo ucciso. A placare il massacro e le intenzioni delle tre è stato l’intervento di un’agente della Penitenziaria. La donna, condotta al Pronto soccorso di Chieti e curata per un trauma cranico e per una sospetta frattura del naso, dopo gli accertamenti, è stata dimessa in condizioni non gravi e condotta, in isolamento, in un altro carcere, per evitare il ripetersi di incidenti.