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Pescara, Filovia: in 30 bloccano i lavori, tra una settimana la fiaccolata. I cittadini tornano a manifestare

Pescara. I cittadini tornano a protestare sulla strada parco, contro i lavori della filovia. Una trentina di persone, stamattina, hanno bloccato i lavori per l’elettrificazione del tracciato del Filò, ma la pacifica protesta è durata solo tre ore. La diffida del Wwf non comporta la sospensione dei lavori, ma per il 2 agosto è prevista una nuova fiaccolata.

Gli esposti del Wwf, le inchieste della Procura, le indagini della Commissione europea, l’intervento del comitato regionale di Valutazione impatto ambientale: niente di tutto ciò è bastato a fermare i lavori per la realizzazione della filovia tra Pescara e Montesilvano. Da martedì, infatti, gli operai della Balfour Beatty sono all’opera (sotto) la strada parco per stendere i cavi elettrici necessari ad alimentare i 191 pali che spingeranno avanti e indietro il Filò. Lavori che secondo ambientalisti e comitati cittadini sono da sospendere in virtù della diffida che il Wwf ha emanato nei confronti della Gtm, in attesa che il Comitato Via e la Commissione Europea si pronuncino circa la liceità dei lavori per vincolare i mezzi ibridi al terreno: i magneti montati su alcuni tratti terrebbero i bus ancorati al terreno, e ciò richiederebbe il parere sull’impatto ambientale, ancora non rilasciato né richiesto.

Spontaneamente, dopo un appello lanciato ieri su Facebook dai membri del Comitato No Filovia, una trentina di persone si sono radunate alle 9:30 di stamattina all’incrocio tra la strada parco e via Cavour, per spostarsi verso nord a caccia dei cantieri itineranti per l’elettrificazione. Hanno trovato gli operai al lavoro nei pressi di via Ruggero Settimo, e lì si sono piazzati pacificamente con cartelloni slogan davanti a camion che stavano srotolando chilometri di cavo rosso. È stato uno dei responsabili della ditta esecutrice a chiamare le forze dell’ordine, intervenute con due pattuglie della polizia e una dei carabinieri, coordinate dai vertici della Digos, mentre gli attivisti hanno chiesto l’intervento dell’ispettorato al lavoro per sporgere  denuncia  su presunte irregolarità del cantiere riguardo alla sicurezza per ciclisti e pedoni.

I tombini usati dagli operai per l’accesso sotterraneo ai canali elettrici, secondo alcuni manifestanti, erano transennati non adeguatamente. Ma il pericolo di caduta nei pozzetti, soprattutto per i tanti bambini impegnati a giocare lungo la pista ciclopedonale, è costituito dalle numerose botole aperte e coperte solo da barriere
di plastica prive di alcun riempimento, pertanto non appesantite e facili da spostare anche dai meno forzuti, inoltre senza alcuna sorveglianza. Il blocco dei lavori, provocato dalla manifestazione tanto spontanea quanto autorizzata, è stato interrotto prima delle 12:30, quando il cordone pacifico si è sciolto e disperso lungo la strada parco. Ma tra i pali bianchi e le siepi di oleandri sono rimaste le polemiche: “É incredibile che né la corposa e puntuale relazione dei consulenti della Procura, né il procedimento ispettivo della Commissione Europea,  siano bastati a indurre il Presidente della GTM Russo e lo stesso Direttore del Comitato VIA, l’architetto Sorgi, a  una responsabile e opportuna sospensione dei lavori”, commenta Loredana Di Paola del Wwf, che nei giorni scorsi aveva chiesto alle autorità amministrative e ieri  alla Procura di sospendere i lavori di elettrificazione, senza ricevere risposta. Le fa da eco Mario Sorgentone, presidente dell’associazione Strada parco: “Sono convinto che la Gtm abbia il dovere di sospendere i lavori, anche come esercizio di autotutela, in base al  capitolato di appalto che all’articolo 9 prevede che l’azienda committente ha la facoltà insindacabile di sospendere i lavori per cause di forza maggiore ed in particolare per fatto di altra autorità amministrativa e giudiziaria”. “Ora il fatto si riferisce all’inchiesta in atto e non ad un ordine della magistratura, nel qual caso non sarebbe facoltà ma obbligo di sospendere i lavori”, sostiene ancora Sorgentone, “Il capitolato continua in tal caso, nessun compenso spetterà all’Appaltatore”, quindi ipotizza: “ La improvvisa accelerazione dei lavori della filovia ingenera il sospetto che l’impresa voglia consumare la gran parte del finanziamento, nel timore di una sospensione da parte della magistratura, certamente possibile dopo il pronunciamento del comitato regionale Via e l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Gmt e dei dirigenti delle ditte appaltatrici”.

Dopo mesi di calma, rispetto alle battaglie permanenti con i gazebo e i picchetti, l’associazione Strada parco torna in campo attivamente, organizzando una fiaccolata per giovedì 2 agosto allo scopo di sollecitare la Gtm a sospendere i lavori della filovia, in attesa delle decisioni della magistratura. Il corteo partirà alle 20:30 da Villa Sabucchi, e il presidente Sorgentone estende l’invito a partecipare ai sindaci di Pescara e Montesilvano e i consiglieri comunali, senza distinzione di schieramento.

 

Daniele Galli