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Consegnati diplomi a studenti della scuola carceraria dell’I.t.st. Aterno-Manthonè

Nella sala conferenze della Casa circondariale San Donato di Pescara, ieri mattina si è svolta la cerimonia di consegna dei certificati di diploma ai cinque studenti della sezione carceraria dell’I.t.st. Aterno-Manthonè, indirizzo Sistemi informativi aziendali, che a giugno hanno sostenuto l’esame di maturità.

Il Dirigente scolastico Antonella Sanvitale ha consegnato i certificati agli studenti: Vincenzo Bevilacqua, Mario Butolo, Giuseppe Di Filippo, Guglielmo Faneli, Emanuele Imbriani.

Alla cerimonia hanno partecipato Federica Chiavaroli, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, Marinella Sclocco, assessore regionale all’Istruzione, Ernestina Carluccio, dell’Ufficio scolastico provinciale delegata dal dirigente dell’Ufficio IV ambito territoriale di Pescara Carlo Pisu, Franco Pettinelli, direttore della Casa circondariale, Anna Laura Tiberi, educatrice responsabile dell’area pedagogico-didattica, Gabriele Di Marco, presidente della commissione dell’Esame di stato, i docenti: Anna Doriana Ceccomancini, Donatella Ciaccia, Cristina De Marinis, , Donatina Di Giampaolo, Annalisa Libbi e Marina Di Crescenzo, referente del corso serale e della scuola carceraria.

L’attività scolastica svolta all’interno della struttura carceraria è ricca e stimolante grazie alla visione aperta e lungimirante del direttore Pettinelli. “Chi ha portato avanti questa attività l’ha fatto veramente con impegno” dice Pettinelli, “Ho visto i voti e mi complimento con voi”.

Siete un esempio”, dice la Preside Sanvitale, “perché la cultura è l’introduzione alla realtà. Voi avete accettato la sfida, il sacrificio, per affermare come la cultura ci renda veramente liberi”.

L’onorevole Chiavaroli sottolinea “Se ci sono le opportunità all’interno del carcere, come quella della scuola o del progetto di recupero di Farindola, si può costruire una seconda possibilità per chi ha sbagliato. Perché nella vita tutti sbagliano”.

L’assessore Sclocco pone l’accento sulla funzione sociale del carcere “C’è un percorso che avete fatto e che nobilita tutti. Quando il carcere diventerà un’occasione di trasformazione per chi è costretto a esserci allora il carcere avrà assolto alla sua funzione. Altrimenti sarà solo un luogo di peggioramento e di rabbia”.

Nel corso dell’incontro sono state consegnate anche le pagelle agli studenti delle altri classi attive nella Casa circondariale e sono stati ringraziati con un encomio i detenuti che, con un progetto frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto dal ministero della Giustizia, dal provveditorato dell’amministrazione penitenziaria per il Lazio, l’Abruzzo e il Molise e l’Ente parco e dal Comune di Farindola, fino a fine luglio stanno lavorando per riaprire i sentieri danneggiati dal maltempo, sistemare le staccionate e ricucire le ferite del terremoto nei boschi di Rigopiano, nel parco del Gran Sasso.

Secondo quanto previsto dalla normativa penitenziaria, il trattamento delle persone condannate deve tendere, anche attraverso i contatti con l’ambiente esterno, al loro reinserimento sociale e deve essere attuato secondo un criterio di individualizzazione. L’istruzione è una delle più importanti attività trattamentali. Questi interventi esterni hanno la finalità di arricchire l’offerta formativa e di creare un ponte a livello culturale e umano fra il carcere e il mondo esterno.