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Pescara, confronto all’americana per lo stalliere dei Ciarelli: riconosciuto tra quattro. Sparò in faccia ad una prostituta

Pescara. Lo ha riconosciuto senza tentennare, tra altri quattro messi al confronto all’americana. La prostituta nigeriana colpita al volto con un proiettile conferma le accuse a carico di Pasquale Di Giovanni, il cosiddetto stalliere dei rom Ciarelli.

Era stata colpita al volto all’alba del 25 aprile da una calibro 38, stesso calibro (forse stessa pistola) utilizzato per gli omicidi di Rigante e Cagnetta. La prostituna nigeriana, salva per miracolo, era riuscita a descrivere l’uomo che le aveva sparato dopo averla rapinata: un colpo seguito da un secondo rimasto inceppato, quindi la fuga della donna per le colline di San Donato. Soccorsa e poi interrogata, la 22enne aveva immediatamente fornito l’identikit dell’aggressore: la descrizione era riuscita ad incuriosire uno degli investigatori impegnato nello scorrere gli archivi segnaletici per ricomporre lo squadrone che aveva partecipato all’omicido dell’ultras del primo maggio. Mostrata la foto, la prostituta aveva riconosciuto Pasquale Di Giovanni, custode della scuderia e parente degli stessi rom Ciarelli in carcere con l’accusa dell’omicidio Rigante, e di Angelo Ciarelli, anche questo detenuto con l’accusa di omicidio, quello del ‘ferro di cavallo’, dove è morto sparato Tommaso Cagnetta.

Un primo riconoscimento dietro allo specchio oscurato aveva trovato la conferma della ragazza, oggi ripetuta con il cosiddetto confronto all’americana. E’ stato il pm Giampiero Di Florio, titolare dell’inchiesta, a chiedere e ottenere dal gip Sarandrea di mettere Di Giovanni accanto a quattro soggetti dalle stesse caratteristiche fisiche. In Procura, stamattina, la donna è giunta scortata dalla polizia e camuffata da un passamontagna nero sulla testa, per proteggerne l’anonimato. Di Giovanni, catena al polso destro, sul’altro un gesso per una frattura, è stato accompagnato dalla polizia penitenziaria. E tra i quattro schierati davanti al vetro oscurato, la nigeriana ha indicato senza alcuna esitazione lo ‘stalliere’ come suo aggressore.

Una conferma fondamentale per l’accusa, che ora ha cristallizzato le prove a carico del sospettato in vista del processo per tentato omicidio.