Per i lavoratori addetti ai servizi sociali sul territorio della ex Comunità Montana Vestina si sta profilando una nuova sciagura che rischia di metterli definitivamente in ginocchio quando ancora faticano a riprendersi dai gravi disagi che hanno sopportato negli ultimi due anni. A lanciare l’allarme è Stefano Di Domizio, segretario provinciale della Funzione Pubblica Cgil.
“Su di loro” aggiunge in una nota “si sono abbattuti pesantemente i tagli ai servizi decisi dagli ultimi due Governi che hanno fatto perdere una percentuale importante di un lavoro già di per sé esiguo. Sempre gli stessi hanno subito un ritardo nel pagamento degli stipendi arrivato a sei mesi, perché l’ente strumentale della Comunità Montana Vestina Istituzione dei Servizi Sociali non era in grado di funzionare correttamente. Oggi il pericolo riguarda la conservazione del posto e delle condizioni di lavoro. Deriva dalla formulazione della gara per l’appalto dei servizi bandita il 18 maggio scorso dalla Istituzione per i Servizi Sociali, essendo scaduta la precedente gestione. In particolare, il bando non prevede alcuna forma di salvaguardia dell’occupazione, né imponendo contratti collettivi nazionali che disciplinano il trasferimento del personale nei cambi di gestione, né statuendo in maniera esplicita la conservazione del posto di lavoro e delle condizioni contrattuali esistenti. La Fp Cgil di Pescara, all’uscita del bando, si è rapidamente attivata per indicare il problema e cercare una soluzione sia nei confronti della Comunità Montana Montagna Pescarese (che ha
assorbito la Vestina) sia nei confronti della Istituzione per i Servizi Sociali. Nonostante i vertici della Comunità Montana abbiano immediatamente riconosciuto la necessità di perseguire forme di tutela del personale, ad oggi il bando non è stato modificato dall’Istituzione per i Servizi Sociali ed i termini per integrarlo senza danneggiare le eventuali imprese partecipanti decadono il prossimo 21 giugno. Qualora il disciplinare ed il capitolato di gara non venissero modificati, coloro che oggi operano nei
servizi, magari da un decennio, non avrebbero diritto a essere riassunti alle condizioni economiche e contrattuali maturate o, peggio, non avrebbero diritto ad essere riassunti affatto. Nel primo caso, il pericolo è accentuato dalla richiesta di applicazione di un generico contratto collettivo nazionale del lavoro di categoria, senza specificare che sia un contratto sottoscritto dalle Organizzazioni Sindacali Confederali (Cgil-Cisl-Uil), aprendo le porte all’applicazione di contratti che a parità di lavoro determinano pesanti riduzioni di salario. È grave ciò che sta per abbattersi su queste persone già duramente provate, ma pronte a mobilitarsi nei prossimi giorni, per difendere il proprio diritto. E sicuramente appare più odioso che, nonostante questa volta il pericolo possa essere preventivamente evitato con pochi canonici accorgimenti, ad oggi, vicinissimi alla scadenza, non ci sono segnali che qualcosa venga fatto dalla Istituzione per i Servizi Sociali per introdurre le modifiche atte a salvaguardare la dignità e il lavoro di cittadini del nostro territorio. Anche per queste ragioni la Fp Cgil ha chiesto ancora una volta l’intervento del Prefetto di Pescara, affinché si trovi in tempo utile la giusta soluzione”.