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Montesilvano, inaugurata la Casa della Solidarieta FOTO VIDEO

Montesilvano. Arriva a Montesilvano la ‘Casa della Solidarietà’, con mensa ed emporio solidale. Oggi il taglio del nastro della struttura, voluta da Caritas e Comune. La mensa sarà aperta a tutti, mentre nell’emporio potranno acquistare, attraverso una tessera a punti, solo le persone selezionate dai centri di ascolto. La struttura è stata allestita nei locali dell’ex Artigianluce, sulla strada statale 16, nel quartiere Santa Filomena, al confine con Pescara.

Presenti all’inaugurazione, tra gli altri, l’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, il direttore della Caritas Diocesana, don Marco Pagniello, il presidente del Tribunale di Pescara, Angelo Bozza, il manager della Asl, Armando Mancini, il sindaco Francesco Maragno con gli esponenti della Giunta, il commissario dell’Azienda speciale di Montesilvano, Luca Cirone, e i rappresentanti della comunità senegalese. La mensa sarà aperta dal lunedì al sabato, mentre l’emporio, per ora, il giovedì.

“Sono felice perché un fatto concreto nasce per i più poveri, ma sono rammaricato perché se apriamo queste opere vuol dire che ce n’è tanto bisogno – ha detto don Marco Pagniello – Un’opera che non nasce spontaneamente, ma che è stata portata avanti con attenzione per tanti anni. Un grazie va ai volontari. Si tratta di una struttura che ha la pretesa di aiutare quelli che la frequenteranno: non basta dare un piatto, vogliamo che i fratelli e le sorelle che vengono in questi luoghi non abbiano più bisogno di noi”.

“Oggi è una giornata storica – ha detto il sindaco – Finalmente Montesilvano riesce a dotarsi di quelle strutture necessarie ed indispensabili per rispondere ai bisogni di una larga fetta della popolazione. Tre anni fa, quando mi sono insediato, ho visto una situazione difficile e ora le cose sono addirittura peggiorate. Spesso si pensa che le mense dei poveri siano per gli stranieri, invece in queste strutture vanno anche ex imprenditori ora in difficoltà. La società è cambiata. Le risposte si danno con i fatti e non con le parole. Questa è la classica dimostrazione di come, lavorando insieme, seriamente e serenamente, si possono raggiungere dei risultati importanti”.

All’esterno della struttura alcuni cittadini del comitato Santa Filomena hanno protestato in modo pacifico con degli striscioni.

IL VESCOVO, SOLO INTEGRAZIONE DIMINUISCE IL PERICOLO

“Siamo di fronte ad una svolta epocale, che lo vogliamo o no. Fa parte di una lettura della storia che con intelligenza dobbiamo fare. La storia, se la leggiamo, è piena di migrazioni dei popoli, a volte con situazioni traumatiche, altre con situazioni positive. L’obiettivo deve essere dare possibilità di vita e di sviluppo a tutti. Bisogna integrare tutto ciò che è integrabile perché solo con l’integrazione diminuisce il pericolo”. Così l’arcivescovo metropolita di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, nel corso dell’inaugurazione della ‘Casa della solidarietà’ a Montesilvano.

Nel corso della presentazione della nuova struttura il vescovo ha detto che “la Caritas fa quello che può, ma abbiamo bisogno di collaborazione, come avvenuto in questo caso. Cerchiamo di dare risposte alle emergenze, alle questioni difficili che si creano”.

IL SINDACO, SUPERARE LE RESISTENZE CON LA CONOSCENZA

“Solo attraverso la conoscenza si superano resistenze che spesso sono solo mentali. Sull’immigrazione Montesilvano ha aderito al progetto Sprar e si è rimboccata le maniche”. Così il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, nel corso dell’inaugurazione della Casa della Solidarietà, rivolgendo un “un pensiero a chi oggi non la vede come noi, perché anche a loro dobbiamo dare una risposta”. Il riferimento è a tutti quei cittadini che protestano per l’apertura di strutture di questo tipo e per l’ospitalità ai migranti.

“Sono persone che si sono fatte sopraffare dalla paura, dall’incertezza o semplicemente dalla mancata conoscenza di come stanno le cose – ha detto Maragno – Non vogliamo creare pericoli per questi cittadini, perché non sono cittadini di serie ‘b”’.

Il sindaco ha poi ricordato l’adesione del Comune al progetto Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: “Prima in città – ha detto – c’erano circa 350 profughi letteralmente ‘stipati’, che non potevano integrarsi. Con lo Sprar abbiamo deciso di abbassare questo numero: ospiteremo 161 profughi, tra cui anche donne e bambini, che verranno distribuiti in punti diversi del territorio. Faranno lavori socialmente utili per un Paese che li vuole ospitare. Questo è il modo migliore per controllare ed integrare, è il modo migliore per mettere a disposizione il territorio, senza farlo distruggere o sfruttare”.

“Il più grosso business del terzo millennio è la tratta degli esseri umani, ma noi non dobbiamo essere schiavi o vivere passivamente queste scelte, altrimenti non potremmo mai alzare la mano e dire che non siamo d’accordo. Dobbiamo dimostrare con i fatti che si può fare un’accoglienza qualificata, dimostrare con i fatti a chi oggi non la pensa come noi che vogliamo anche il loro contributo”, ha concluso Maragno.