Sei mesi di sospensione per il maggiore dei vigili urbani che il 14 aprile scorso aveva parcheggiato l’automobile nel bel mezzo dell’ingresso Maratona dello stadio Adriatico, impedendo di fatto l’ingresso dell’ambulanza sul campo per soccorrere l’agonizzante calciatore del Livorno Piermario Morosini. Lunedì la decisione dell’Ufficio disciplinare del Comune di Pescara: sei mesi senza servizio, con lo stipendio ridotto al 50% e assegni famigliari garantiti. Non la pena, il massimo previsto dallo Statuto comunale per il caso, quanto la motivazione adottata dalla commissione disciplinare è servita a scatenare la rappresaglia del Corpo. Ieri pomeriggio una pioggia di fogliettini rosa è piovuta sui parabrezza delle macchine parcheggiate davanti al Municipio; le automobili dei ‘soliti noti’ occupanti il Palazzo di Città, ma solitamente graziate dalla sanzione nonostante la sosta in posizione palesemente vietata. Tra politici e amministratori multati, il verbale è stato elevato anche per l’Audi A8 appartenente al segretario particolare del sindaco Mascia, Giuliano Grossi, che l’aveva lasciata sulle strisce gialle della fermata dell’autobus. Un’evidente mossa di reazione dei vigili, alla quale sono seguite numerose voci di protesta.
Già in mattinata un’assemblea interna al personale di Polizia Municipale aveva discusso con il verbale della sentenza disciplinare in mano. La contestazione si era concentrata su una frase particolare redatta dalla commissione giudicante composta dal direttore generale del Comune Stefano Ilari, dalla dirigente del personale Gabriella Pollio e dal comandante dei vigili Carlo Maggitti: “le polizie municipali non fanno parte de iure delle forze dell’ordine, né delle forze di polizia”. La considerazione della commissione si è basata su norme e sentenze superiori: la sentenza n.5771 del 2008 della Suprema Corte di Cassazione, che ha rimarcato i limiti e le attribuzioni dei vigili in servizio di polizia locale ribadendo il carattere sussidiario del servizio rispetto a quello fornito dai Corpi di Polizia dello Stato; l’articolo 7 del decreto ministeriale 145 del 4 marzo 1987, che sancisce come l’espletamento delle funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza non è autonomo ma soggetto all’assegnazione ad un pubblico ufficiale; concetto ribadito dal cosiddetto Pacchetto sicurezza del decreto legislativo 92/2008, convertito nella legge 125 del 2008. La definizione girerebbe a vantaggio dell’ufficiale sospeso, in quanto se fosse stato riconosciuto lo status di forza di polizia il maggiore avrebbe dovuto subire il licenziamento; ma crea un largo vuoto giuridico, disconoscendo in gran parte tutte le operazioni di pubblica sicurezza compiute dalla Polizia Municipale, ma soprattutto cozzerebbe con la motivazione adottata dallo stesso Comune per dotare l’intero Corpo delle pistole di ordinanza.
Tra chi si è sentito gettato alla gogna per tutelare l’immagine del Palazzo, chi si è sentito non difeso dal sindaco, e chi non ci sta a rivestire il ruolo di capro espiatorio, i circa 150 agenti che hanno partecipato alla riunione di 4 ore hanno, infine, stilato un documento poi inviato un documento ai dirigenti comunali competenti. Il contenuto sarà reso noto oggi, ma le minacce paventate sono quelle della riconsegna delle armi e scioperi di massa.
Daniele Galli