Pescara. Presidio di una delegazione di studenti e genitori del liceo classico ‘G. D’Annunzio’ di Pescara, stamani, davanti alla scuola, per protestare contro l’introduzione della settimana corta. “Il liceo condannato a morte. Nessuna democrazia: solo quattro genitori vogliono decidere sul destino di oltre 500 alunni”, affermano i manifestanti, i quali sottolineano che “la preside non ha voluto ricevere la delegazione” a margine della protesta.
“La componente genitori del Consiglio d’Istituto – dicono studenti e genitori – ha avanzato inaspettatamente per la totalità dei genitori la proposta di introduzione della settimana corta, convocando, in tempi ‘lampo’, il Consiglio a scuola ormai chiusa. Tutto questo nonostante il parere contrario espresso con un democratico sondaggio sia dagli alunni sia dai genitori, pari al 70% dell’utenza interessata”.
“L’introduzione della settimana corta – aggiungono – comporterà l’aumento di carico di lavoro per gli studenti, che si troveranno a svolgere l’attività didattica con orari massacranti, anche di 8 ore al giorno, incompatibili con le materie specifiche del classico. Verrà mortificata, quindi, per scelta di pochissimi, la volontà delle famiglie. Nessuna attenzione, inoltre, agli enormi disagi che la settimana corta provocherà alle numerosissime famiglie di pendolari e allo svolgimento delle attività extra scolastiche, per non pensare ai numerosi nuovi iscritti che potranno trovare, a settembre, questa novità, non voluta né conosciuta al momento dell’iscrizione”.
“Il paradosso della questione è che gli studenti sono stati i primi a dire ‘no’ al sabato libero e alla condanna dello loro liceo. I genitori e gli studenti – concludono – non si fermeranno nella loro battaglia per salvare la loro scuola, arrivando a coinvolgere anche le autorità pubbliche e giudiziarie”.