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Montesilvano, pedigree falsi e cani maltrattati: sequestrato allevamento FOTO

Pescara. Tre persone denunciate ed un allevamento di cani sottoposto a sequestro preventivo: è il bilancio delle indagini portate avanti dai militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale e Forestale dei Comandi Stazione Carabinieri Forestale di Pescara e Tocco da Casauria. La struttura si trova a Montesilvano. I tre falsificavano i documenti per ottenere i pedigree in un allevamento di Chihuahua.

Per contraffazione di documenti, falso materiale e maltrattamento animale sono finiti nei guai M. G., cinquantacinquenne, ed N. P., quarantacinquenne, entrambi di Montesilvano, titolari dell’allevamento, in concorso con un cinquantanovenne veterinario di Silvi.

Il sequestro preventivo è stato disposto dal gip di Pescara Elio Bongrazio, su richiesta del pm Gennaro Varone.

Dagli accertamenti dei Forestali è emerso che i titolari della struttura, contraffacendo in concorso tra loro i certificati di iscrizione all’Anagrafe Canina presso la Aasl di Pescara di 22 cani, dichiarandone falsamente le date di nascita, hanno indotto i funzionari dell’Ente Nazionale della cinofilia Italiana (Enci) di Milano al rilascio dell’apposita “denuncia di iscrizione” dei cuccioli al Libro Genealogico, propedeutico all’emissione di “pedigree”. Il tutto, con documenti falsi, per aumentare il valore degli esemplari sul mercato.

Dai controlli sull’allevamento e dalle intercettazioni telefoniche è inoltre emerso che, durante la loro attività, gli indagati hanno somministrato alle fattrici vari ormoni progestinici per favorire l’accoppiamento e incrementarne artificialmente la riproduzione, oltre a correggere meccanicamente, durante le fasi di sviluppo dei cani, le mandibole di alcuni esemplari, per migliorarne il pregio estetico diminuendone il “prognatismo”, in vista della partecipazione ad esposizioni canine.

Gli allevatori, in concorso con il veterinario, hanno sottoposto alcuni chihuahua con “pedigree”, senza necessità, ad operazioni chirurgiche per l’espianto dei microchip, inoculandoli in esemplari diversi, al fine di aumentare il valore commerciale di questi, facendoli risultare iscritti all’Enci, ma arrecando inutili sofferenze agli animali.

Sono stati posti sotto sequestro 30 cani, di cui 3 maschi, 12 fattrici di diverse età e 15 cuccioli da un giorno a due mesi di età. Tranne due femmine, una con cuccioli di un giorno e l’altra prossima al parto, gli animali sono stati poi trasportati presso il canile rifugio di un comune limitrofo per il successivo affidamento volontario agli eventuali futuri richiedenti.