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Montesilvano, i centri accoglienza immigrati preoccupano i cittadini: partono le proteste

Montesilvano. Dilaga la preoccupazione dei residenti dei vari quartieri di Montesilvano in cui l’amministrazione comunale vuole aprire i centri d’accoglienza migranti previsti dal nuovo piano Sprar.

Diverse le mobilitazioni organizzate nei quartieri, come avvenuto a Villa Carmine, dove chi abita nei pressi del parco Orione ha attirato l’attenzione del sindaco: “Abbiamo incontrato i cittadini, ascoltato le loro preoccupazioni, raccolto le segnalazioni e dato loro risposte concrete”, spiega Francesco Maragno che ieri, insieme agli assessori, ha incontrato alcuni residenti del quartiere. “Il tema dell’accoglienza è un argomento molto delicato  – dichiara il primo cittadino –  che, ritengo, vada affrontato con senso di responsabilità, coinvolgendo la cittadinanza”.

“L’incontro di ieri”, riferisce ancora Maragno, “è stata l’occasione per illustrare questa progettualità, chiarire diversi punti, a cominciare da quelli relativi al Centro Sportivo Trisi che non accoglierà migranti,  facendo comprendere gli innumerevoli vantaggi che l’attivazione Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati, porterà su tutto il territorio comunale, rispetto invece alla tipologia di accoglienza dei Cas, che fino ad oggi è stata seguita a Montesilvano”.

La reazione di Maragno si riferisce anche alle inchieste delle ultime ore aperte sul cosiddetto business dell’accoglienza: “Lo Sprar”, afferma, “consentirebbe di avere, da un punto di vista della gestione finanziaria, una rigorosa rendicontazione che imporrebbe a tutti gli attori che co-gestiranno con l’Amministrazione, lo Sprar di dimostrare come hanno effettivamente impiegato il denaro pubblico. Attualmente i Cas, invece, ricevono finanziamenti in funzione del numero di migranti che sono in grado di ospitare nella loro struttura: più migranti ospitano, maggiore è il denaro pubblico che viene loro riversato senza obbligo di rendicontazione”.

“La progettualità Sprar”, ribatte il sindaco, “la cui spesa è interamente a carico dello Stato e non del Comune, ridurrà il numero dei migranti a 161, dagli oltre 300 presenti sul territorio. Verrà tutelata la vocazione turistica della città, escludendo alberghi, hotel, strutture ricettive e zone spiccatamente commerciali come possibili sedi per l’accoglienza. Il frazionamento di tale numero in diverse zone della città, impedirà concentrazioni di profughi in un’unica area”.

Non la pensano così, però, i residenti delle case attorno all’ex Artigianluce, palazzo di Santa Filomena dove lo Sprar prevede il concentramento di 60 immigrati: preoccupati, per oggi hanno indetto una protesta, alle 17:30, nei pressi dell’uscita della tangenziale.