Pescara. Celebrato oggi, dopo il ritardo causato dal maltempo, il Giorno del Ricordo, la commemorazione della strage dei giuliano-dalmati sterminati dai partigiani comunisti jugoslavi fedeli al dittatore Tito. Il capoluogo adriatico ha ricordato i martiri con una messa e una corona deposta in piazza.
“Le Foibe sono state una tragedia che ha sconvolto il popolo italiano e che per troppi anni è stata colpevolmente ignorata, lasciata nel silenzio, sino a quando i nostri esuli hanno iniziato a raccontare, a rivivere, a ripercorrere un capitolo drammatico della nostra storia. Una tragedia che oggi Pescara ha voluto commemorare in modo solenne promuovendo un’iniziativa di rilievo che ha visto la partecipazione di decine di studenti e della città stessa che con emozione hanno seguito la funzione religiosa e la deposizione delle corone nella piazza Martiri Giuliano-Dalmati che nel 2001 l’amministrazione comunale del sindaco Pace ha realizzato presso la rotonda del Rampigna. E’ nostro preciso dovere onorare la memoria dei nostri fratelli vittime delle Foibe e raccontare ai più giovani una delle pagine più tragiche della nostra storia”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia che stamane ha preso parte alla cerimonia di commemorazione del Giorno del Ricordo, slittata dalla tradizionale data del 10 febbraio a causa dell’emergenza neve. Presenti , insieme ai rappresentanti di tutte le Forze dell’Ordine, alcune classi dell’Istituto ‘Marconi’. Alle 10.30 è iniziata la funzione religiosa presso la chiesa dello Spirito Santo, officiata dal vicario generale Padre Giuseppe Comerlati. Ad aprire la cerimonia è stato Mario Diracca, Presidente dell’Associazione esuli Venezia Giulia-Dalmazia, il quale ha ricordato il “terrore vissuto nei giorni delle Foibe, le difficoltà che gli istriani e i dalmati hanno dovuto affrontare una volta esiliati in Italia, difficoltà pure fronteggiate con la felicità comunque di essere in patria. Ma ricordo soprattutto le persecuzioni, i massacri, le angherie: essere italiani significava essere ‘fascisti’ e soggetti da eliminare fisicamente, a partire dai rappresentanti dello Stato, ossia Carabinieri e Guardia di Finanza, Polizia e Vigili urbani, sacerdoti, giudici e chiunque avesse prestato servizio all’Italia. E poi l’esilio di 350mila persone sradicate dalla propria terra e ignorate per sessant’anni da una politica vile. Ai ragazzi dico ‘siate fieri di essere italiani’, amate la patria e soprattutto siate orgogliosi di quanti si sono immolati per la libertà”. Subito dopo la funzione religiosa, accompagnata dal Coro Polifonico della Polizia municipale, si è snodato il corteo verso il Cippo sistemato in piazza Martiri Giuliano-Dalmati, presso la rotonda del Rampigna, dove, dopo la benedizione e la lettura della Preghiera dell’Esule, sono state deposte due corone d’alloro ai piedi del Cippo. “Pescara è forse stata tra le prime città italiane, già negli anni ’90, a commemorare in modo adeguato il dramma delle Foibe – ha ricordato il sindaco Albore Mascia -, con la partecipazione della comunità di esuli che vive nel capoluogo adriatico, tanto da dedicare a quegli italiani una piazza della città. Poi, dal 2004, con l’istituzione del Giorno del Ricordo, la presenza dei cittadini è divenuta sempre più numerosa, con il forte coinvolgimento anche delle scuole e degli studenti che hanno fame di conoscenza, che vogliono apprendere i dettagli di una vicenda che fa purtroppo parte della storia d’Italia e che pure spesso non riescono a rintracciare neanche nei propri manuali. E’ un dovere per le Istituzioni ricordare le vittime di tutte le follie e i genocidi che hanno sconvolto l’umanità, come la Shoah o le Foibe, attribuendo a ciascuno di tali eventi eguale dignità perché gli italiani che sono stati vittime di quelle tragedie non hanno colore politico, ma sono solo donne, uomini, che hanno subito una barbarie”.