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Pescara: psicologi rimpiazzati senza concorso, la Asl finisce in tribunale

Pescara. Finisce sotto la lente d’ingrandimento della magistratura la complessa vicenda che vede coinvolte due psicologhe licenziate dalla Asl nel 2008. Il maldestro tentativo di rimpiazzarle senza nessun concorso, lasciando alla cooperativa Airone il compito di sostituirle con un privato non è sfuggito all’Unione sindacale di base che ha presentato un esposto in Procura.

La vicenda ruota intorno al mancato rinnovo del contratto a due psicologhe, Rachele Capozucca e Silvana Di Deo, entrambe impiegate a tempo determinato nel servizio di Psicologia clinica del dipartimento di Salute mentale della Asl di Pescara. Secondo quanto è stato spiegato ai rappresentanti sindacali che hanno seguito la vertenza, il licenziamento delle due professioniste sarebbe stato determinato dall’esaurimento dei finanziamenti regionali, negli anni in cui a capo della Asl c’era il manager Antonio Balestrino.
Nonostante la mancanza dei fondi, i vertici dell’azienda sanitaria pescarese approvano però l’estensione di un appalto alla cooperativa sociale Airone, allora presieduta da Carlo Di Berardino, senza nessun concorso pubblico. L’ampliamento è destinato ad arricchire le mansioni di Airone che, dall’ottobre 2007 e tramite una gara regolare, ha iniziato a gestire un centro diurno e una casa famiglia per l’assistenza ai pazienti psichiatrici della Asl: appalto per 5 anni con importo complessivo di 1.383.055 euro. A maggio 2008 è stata richiesta l’estensione dell’appalto anche alla riabilitazione a alla psicoterapia, mansione ricoperta in precedenza dalle due psicologhe, che prevedeva 4 posti di semiresidenzialità presso il centro diurno e l’assunzione di una figura professionale in più: uno psicologo esterno che sarebbe dovuto essere designato da Airone. Costo complessivo 201mila euro.
A pochi mesi dall’inconsueta decisione della Asl di Pescara, l’Unione sindacale di base, attraverso il suo segretario regionale Mario Frittelli, organizza una serie di manifestazioni pubbliche presso il servizio di psicologia clinica del dipartimento di salute mentale con la partecipazione di numerosi utenti e parenti dei pazienti, allo scopo di richiamare l’attenzione sullo “smantellamento del servizio pubblico rappresentato dal mancato rinnovo di due psicologhe da anni impegnate in quello specifico servizio”. “Non c’erano i soldi per sostenere l’attività del servizio pubblico”, sottolinea Frittelli a distanza di più di tre anni dalla stagione di lotta, “eppure esisteva la disponibilità economica per estendere l’appalto a un privato”.

Il fascicolo presentato dall’Usb alla Procura della Repubblica nel marzo 2009 in cui si chiede di “valutare la sussistenza dei requisiti atti all’autorizzazione dell’ampliamento dell’appalto” è seguito da un esposto dell’associazione Codici. Immediatamente partono le indagini che portano il pubblico ministero Gennaro Varone a indagare tre persone: l’ex manager Balestrino, l’allora responsabile della cooperativa Airone Carlo Di Berardino e l’ex responsabile amministrativo della Asl di Pescara Tea Di Pietro. Tutti sono accusati di falso ideologico in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale. Per loro è stato chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito del procedimento penale, attualmente giunto alla fase della prima udienza preliminare che è in programma il 6 marzo prossimo.
In quell’occasione, come rende noto il sindacalista Mario Frittelli, il sindacato si costituirà parte civile “assieme alle due vere parti offese del procedimento: le dottoresse Di Deo e Capozucca che non lavorano più all’interno del servizio sanitario pubblico”. Destinata a far luce sull’intera vicenda anche Silvana Di Deo, presente stamattina a un incontro nella sede del sindacato a Pescara, in via Monte Camicia. “Oggi il servizio di psicologia clinica è alle strette”, dice, “il dipartimento di salute mentale e il servizio di neuropsichiatria infantile attendono un concorso pubblico per dirigenti psicologi dal 1999. L’ultima selezione è stata bandita nell’ottobre scorso, ma non c’è ancora una commissione e le oltre novecento domande attendono ancora l’ammissione”. “Se consideriamo che il precedente concorso era stato bandito nel 1999 e mai espletato”, conclude la donna, “questo vedrà non solo me ma anche la metà dei partecipanti alle soglie della pensione senza peraltro averla mai maturata”.