Bussi, la discarica ha contaminato l’acqua di 260mila persone

Pescara. Tocca 20 comuni coinvolgendo complessivamente una popolazione di 260 mila residenti il percorso che l’acqua dell’Acquedotto Giardino garantisce quotidianamente alle utenze della Val Pescara e della città di Pescara. All’interno di questo percorso, dalla sorgente di Popoli a Pescara, si è inserita l’acqua del Campo pozzi di Sant’Angelo, che si presume contaminata dalla discarica di Bussi, miscelandosi con essa almeno fino al 2007.

Il dato è stato reso noto questa mattina dai tecnici dell’Aca, l’azienda che gestisce i servizi di acqua potabile di Pescara, durane la riunione convocata dal direttore generale della Giunta regionale, Cristina Gerardis, per lo studio epidemiologico per la valutazione di fenomeni di contaminazione delle acque nel sito di Bussi sul Tirino.

“Si tratta – ha spiegato il direttore generale Cristina Gerardis – di un dato importante per la realizzazione dello studio epidemiologico perché individua utenze, territori e aree che andranno a far parte di un database dal quale l’Istituto superiore di Sanità attingerà informazioni per costruire il campione epidemiologico che servirà per valutare se la presunta contaminazione dei Campi pozzi di Sant’Angelo abbia influito sulla salute pubblica di una parte degli abruzzesi”.

L’innesto dell’acque dei pozzi di Sant’Angelo con le acque dell’acquedotto Giardino sicuramente è stato registrato fino al 2007 quando, su ordine della Regione Abruzzo, i pozzi furono chiusi. I 260 mila residenti hanno dunque bevuto fino al 2007 acqua miscelata (dal 20 al 100% secondo i dati Aca) tra la Sorgente Giardino e l’acqua dei pozzi di Sant’Angelo.

I dati che Aca ha fornito oggi al tavolo regionale, alla presenza dei responsabili dell’Istituto superiore di Sanità e dell’Agenzia regionale sanitaria, vanno dal 1996 al 2007 e rappresentano solo un aspetto parziale della provenienza dell’acqua, soprattutto se si pensa a prima del 1996. In questo senso, Aca ha escluso che ci siano comuni della Val Pescara o zone di essa che dal 1996 siano stati esclusivamente forniti dal Campo pozzi Sant’Angelo fino al loro funzionamento.

Individuata la filiera acquedottistica e il numero dei residenti sui quali si costruirà il campione, l’Istituto superiore di Sanità chiederà ai Comuni interessati la disponibilità delle anagrafe comunali, dello stato di famiglia dei titolari delle utenze, i certificati di morte con causa inziale, intermedia, terminale e altri condizioni morbose rilevanti e la disponibilità dei dati legati ai ricoveri ospedalieri. “La Regione”, ha assicurato il direttore generale, “convocherà i comuni interessati, ma soprattutto dovrà fornire all’Iss la progettazione tecnica del Campo pozzi Sant’Angelo, voluto dalla Regione Abruzzo con un finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno”.

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