I giovani pescaresi tornano ad alzare la voce e a chiedere al sindaco Luigi Albore Mascia di evitare la chiusura della biblioteca regionale Di Giampaolo, definita “l’unico, seppur precario, polo culturale al centro della città, a cui studenti, bambini e famiglie possono fare affidamento”. Le trattative sul futuro della biblioteca di piazza Salotto preoccupano i Giovani democratici che ricordano al primo cittadino la petizione di mille firme per salvare la biblioteca.
“Ci riferiscono”, scrivono i Giovani democratici in una nota, “che nei corridoi del Comune serpeggiano possibili soluzioni, iniziative e piani di salvataggio per non lasciare il centro cittadino privo della biblioteca. Chiediamo a gran voce al sindaco Mascia cosa abbia intenzione di fare poiché, se la principale competenza è della regione Abruzzo, lui è comunque il primo cittadino è ha il dovere di ascoltare tutti, compresi gli oltre mille cittadini che hanno firmato la petizione contro la chiusura della biblioteca di piazza Salotto”.
“Mascia funga da mediatore con la Regione”, proseguono, “per salvare la cultura. L’atteggiamento del sindaco riguardo la biblioteca regionale fino ad ora è alquanto imbarazzante. E’ opportuno avere parole chiare e non più slogan e chiacchiere. Il centro cittadino rischia seriamente di rimanere privo di una biblioteca, anche guardando in prospettiva sul futuro trasferimento della biblioteca provinciale presso l’attuale Mediamuseum di piazza Alessandrini. Non c’è tempo da perdere, si agisca subito”.
Anche i ragazzi della So.ha, giovani cittadini attivi, che lo scorso anno organizzarono un sit-in davanti al palazzo della Provincia, sollevano un problema analogo: quello dei pochi posti disponibili nelle aule studio cittadine. La proposta, per venire incontro alle esigenze del popolo universitario e dei tanti fuori sede, è di allestire le sale studio nei tanti locali inutilizzati dell’Aurum. L’edificio di via D’Avalos, infatti, è collocato a pochi passi dall’università e nel pieno centro residenziale universitario. Rappresenterebbe, dunque, una soluzione ideale per studiare senza spostarsi troppo da casa e dall’ateneo. “Pescara, per potersi definire a pieno città universitaria”, dicono i giovani iscritti alla So.ha, “deve prima fornire servizi utili ai ragazzi che la abitano. Febbraio, mese di esami universitari, è alle porte e la biblioteca provinciale G. D’Annunzio con i suoi 110 posti a sedere non è sufficiente a soddisfare la richiesta degli studenti pescaresi e fuori sede”.