Pescara. L’attenzione delle istituzioni cala, ma la criminalità in via Caduti per servizio no. Codici e l’associane Insieme per Fontanelle tornano a denunciare come, dopo i primi pattugliamenti e gli sfratti degli abusivi, tra le case popolari si continua a spacciare e delinquere, perfino a sparare.
Novembre, per il rione popolare del quartiere Fontanelle, fu un mese di fuoco. Dagli attentati incendiari, al calore dei riflettori di tutti i media, a quello di ogni istituzione locale che si strinse attorno a Nello Raspa, presidente dell’associazione Insieme per Fontanelle, minacciato più volte e costretto a dimettersi. Fino alle fiaccole che la sera del 26 illuminarono via Caduti per Servizio con un corteo della legalità. Poi gli interventi: l’ufficio mobile della Polizia Municipale, ancora oggi fisso a pattugliare i vialoni di giorno. A sostituirli di notte, fino ad un mese fa, c’erano le pattuglie di carabinieri e polizia: una macchina fissa, a notti alternate. Ci sono stati anche molti sfratti di chi, abusivamente, occupava gli appartamenti Ater: inquilini non assegnatari o chi, sorpreso a delinquervi, ha perso l’assegnazione. “Ma l’emergenza è stata risolta solo al 50%”, tornano a denunciare Domenico Pettinari, di Codici, insieme a Raspa e al coriaceo Don Max De Luca, questa mattina riuniti in conferenza stampa. “Dopo un mese l’attenzione di istituzioni e polizia è calata”, continua il rappresentante dell’associazione pro-legalità, “ma serve completare l’opera con interventi incisivi e precisi”.
Richieste avanzate dopo gli ultimi, gravi, episodi: “Qualche sera fa”, ha riferito, “un folle pluripregiudicato ha dato di matto, come già accaduto in passato, ed è sceso in strada fino a sparare alcuni colpi d’arma da fuoco contro un lampione”. I residenti avrebbero avvisato il 113, ma l’immediato intervento non è servito a cogliere l’uomo in flagrante che, stando alle associazioni, sarebbe uno degli “abusivi più pericolosi rimasti inspiegabilmente ad occupare le case Ater”. Come di consueto, senza timore, Pettinari stila e rende pubblica la mappatura di quelli che ritiene essere i numeri civici dove 6-7 famiglie continuano a delinquere: “L’11, il 61, al 25 la situazione è come il Bronx o alcuni quartieri di Napoli, lì il sindaco è stato aggredito con i pitbull e gli è stato detto che non comandava lui; all’11 è appena rientrato un abusivo di fresca scarcerazione”. Una lista consegnata all’Amministrazione e all’Ater, “affinché non si proceda arbitrariamente ai successivi sfratti”.
Pettinari sta lavorando anche al fianco della Regione, dalla quale ha ottenuto altri 100mila euro per sgombrare le occupazioni abusive: “Ma occorre una modifica alla legge regionale per trasferirli all’ente proprietario, oltre all’accelerazione delle firme della magistratura sui decreti di sequestro”. A questo appello, Pettinari, aggiunge quello di istituire un impianto di videosorveglianza, anche per ovviare al rarefarsi dei pattugliamenti notturni: carabinieri e polizia che per alcune settimane sorvegliavano stabilmente su Fontanelle, ora devono allargare le ronde anche a via Aldo Moro, permettendo il ritorno dello spaccio e della criminalità. “Se per un po’ di tempo, alla vista delle pattuglie le macchine facevano inversione a U e il mercato della droga a Fontanelle era cessato”, aggiunge Don Max, “adesso gli acquirenti tornano a comprare e bucarsi in queste vie, e a rubare nelle case di Fontanelle per procurarsi i soldi”. Per il parroco di San Pietro Martire, inoltre, “la lotta all’abusivismo non risolve il problema dello spaccio, perché conosciamo varie famiglie che delinquono da queste case, ma le hanno avute assegnate in maniera regolare. È sbagliata la legge: avere 11 figli, fatti ad hoc per evitare il carcere, fa assegnare 11 punti in graduatoria, mentre essere portatori di handicap ne concede solo 3. Così il criminale ottiene la casa e il disabile onesto no”. Ma il sacerdote si scaglia anche contro un’altra “anomalia”, generata da magistratura e prefettura: “Se il Prefetto dice di non aver forze necessarie per sorvegliare, allora eviti di far scontare gli arresti domiciliari in queste case, altrimenti ci rimettono i residenti onesti che si vedono tornare i criminali a delinquere dalla porta accanto”.
Dura anche la polemica di Pettinari sulla mancanza di filtri all’origine dell’assegnazione delle case popolari: “Si deve negare la graduatoria a chi ha commesso reati. E allargare la decadenza dell’assegnazione al nucleo familiare di chi delinque, mentre la legge attuale prevede lo sfratto solo se a delinquere è l’assegnatario”. Ma la lotta di queste associazioni continua; sabato 4 febbraio, alle 18:30, si terrà una nuova assemblea pubblica, per ribadire a gran voce le richieste all’indirizzo delle istituzioni. “Lo facciamo per la gente onesta che abita qui”, conclude Pettinari, “ormai i pensionati non possono nemmeno più stare affacciati ai balconi, perché i soliti noti li accusano di chiamare le forze dell’ordine e li minacciano duramente allo scopo di avere la piazza sgombra da occhi indiscreti”.
Mascia e Del Trecco: “Presto nuovi sfratti”. “I cittadini non ci hanno avvisati dell’episodio specifico degli spari contro i lampioni di via Caduti per Servizio”, hanno affermato il sindaco Albore Mascia e l’assessore alla Politica della Casa Del Trecco in risposta, alla conferenza di stamante, “anche se concretamente siamo già più che presenti nel quartiere attraverso il Presidio fisso della Polizia municipale che dallo scorso ottobre effettua un servizio di vigilanza dalle 8 alle 20 no-stop”, precisano. “In merito alle richieste specifiche presentate quest’oggi, possiamo confermare la ripresa, già dai prossimi giorni, degli sfratti degli altri utenti abusivi, operazioni che, come sempre, effettueremo con interventi a sorpresa. Così come stiamo lavorando per la videosorveglianza, al fine di installare le telecamere in tutto il quartiere, un impegno assunto con i cittadini e al quale intendo tenere fede”: queste le promesse ribadite dal sindaco a Pettinari, ma che quanto alle richieste di Don Max usa toni più cauti e meno incoraggianti: “Per quanto riguarda l’attivazione di servizi, il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno specifico per l’apertura nel quartiere di una farmacia comunale, ma è evidente che il Comune non ha gli strumenti per ‘imporre’ l’apertura sul posto di negozi, di alimentari, o di un’edicola, attività che riguardano l’iniziativa di privati che devono decidere in maniera autonoma di ‘fare impresa’ in via Caduti per Servizio. Sicuramente l’opera del Comune per riqualificare la zona rappresenta un incentivo importante, ma è il quartiere che deve trovare al proprio interno le energie per provare ad attivare simili iniziative. Discorso diverso per la riapertura della scuola media che coinvolge un livello istituzionale diverso dal Comune, ovvero il Provveditorato che è quello che decide su accorpamenti o sulla realizzazione di plessi sulla base della popolazione scolastica, dunque parliamo di una questione ben più complessa estranea alla volontà politica o amministrativa dell’Ente pubblico”.
Approfondimenti: Fontanelle
Daniele Galli