Aca, il tribunale delle imprese non sospende il cda

Pescara. Il Tribunale delle Imprese dell’Aquila non ha disposto la sospensione del cda dell’Aca, che resta in carica “nelle more della decisione definitiva”, limitandosi all'”ordinaria amministrazione”. Per il Tribunale, però, i motivi del ricorso non sono infondati. Il tema è quello della presunta violazione della norma del decreto Madia che imponeva la nomina di un amministratore unico all’Aca. I fatti erano stati denunciati con un esposto dai sindaci di centrodestra dei comuni soci dell’azienda.

“Il provvedimento adottato in via cautelare dal Tribunale delle imprese dell’Aquila, pur non accogliendo l’istanza di sospensiva della delibera impugnata – dicono i sindaci – conferma sostanzialmente la fondatezza delle ragioni dei comuni ricorrenti contro la nomina del nuovo Consiglio d’amministrazione dell’Aca Spa”.

“Nell’affermare incidentalmente la non manifesta infondatezza dei motivi di ricorso addotti, con riferimento alla violazione della norma del decreto Madia che imponeva la nomina dell’amministratore unico – aggiungono –, il Tribunale ha tuttavia ritenuto che la permanenza in carica dei tre membri del Consiglio d’Amministrazione, nelle more della decisione definitiva, fissata tra poco più di un mese, non giustifichi la sospensione dell’organo amministrativo dalle sue funzioni. Inoltre, nel ribadire la necessità che l’organo gestorio si limiti all’ordinaria amministrazione, lo ha onerato di sottoporre all’assemblea eventuali deroghe alla attività ordinaria”.

“Del tutto evidente, quindi, che la scelta politica scellerata dettata mesi orsono dal Pd e da alcuni suoi alleati a corrente alternata, costringe l’Aca alla paralisi ed ha una diretta responsabilità nei ritardi ormai cronici dell’avvio di fondamentali opere di depurazione o nella disastrosa gestione delle emergenze del gennaio scorso con centinaia di migliaia di utenti rimasti senz’acqua per giorni”, concludono.

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