Tangenti Comune Pescara, chi ha pagato il viaggio a New York di D’Alfonso?

luciano_dalfonsoPescara. E’ ripreso oggi, al tribunale di Pescara, dopo la pausa per le festività natalizie, il processo sulle presunte tangenti al Comune di Pescara, che conta tra i 24 imputati l’ex sindaco Luciano D’Alfonso, il suo ex braccio destro Guido Dezio, e gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto. Al centro dell’udienza la riqualificazione dell’area di risulta e l’appalto sui cimiteri.

In mattinata è comparso sul banco dei testimoni l’architetto Antonio Monestiroli, che si è occupato del progetto di riqualificazione dell’area di risulta. Monestiroli ha detto che inizialmente era prevista la realizzazione di un grande parco, di una biblioteca-mediateca e di una sala per le feste. “Poi il progetto è stato ridimensionato in quanto – ha spiegato – l’amministrazione comunale chiese di abbattere i costi”.
Il testimone ha poi sostenuto di “non aver mai ricevuto pressioni da nessuno. Questa – ha detto – è una cosa molto rara”. Tra le testimonianze anche quella di Piero Picardi, coordinatore, a livello europeo, dell’iniziativa finalizzata al commercio con l’estero “World Trade Center”. Il teste, tra le altre cose, ha riferito di un viaggio a New York di D’Alfonso per parlare del progetto e per incontrare una associazione di immigrati italiani. Picardi ha detto di non sapere chi ha pagato le spese del viaggio.
In mattinata è stato ascoltato anche Sergio Di Pietrantonio, ex dipendente del Comune di Pescara e amico intimo della famiglia D’Alfonso. Il testimone ha riferito di alcune questioni private dell’ex sindaco. Di Pietrantonio ha detto che D’Alfonso riscuoteva la pensione di una zia e ha parlato del rapporto stretto con la nonna, di cui avrebbe gestito alcuni locali a Lettomanoppello. Questi elementi per la difesa giustificano i conti correnti fermi dell’ex sindaco contestati dal pm Varone.

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