Pescara. Così come avvenuto presso il carcere di Sulmona, anche l’istituto penitenziario pescarese di San Donato vedrà la chiusura del bar/spaccio aziendale e il licenziamento degli impiegati.
A darne la notizia è Mauro Nardella Segretario Generale Territoriale UIL PA Polizia Penitenziaria, che afferma: “Un copione già scritto poiché anche in questo caso la notizia è arrivata con incredulità e, come nel caso di Sulmona, anticipata dalla Direzione del Penitenziario Pescarese in occasione di una contrattazione tenutasi qualche giorno fa”.
“Il provvedimento- spiega Nardella- è frutto di una azzardata decisione del Consiglio di Amministrazione dell’Ente Assistenza per il Personale dell’Amministrazione Penitenziaria. Attraverso una circolare, da quest’ultima diramata a Novembre 2016, è stato dato mandato dapprima ai provveditorati dell’amministrazione penitenziaria e successivamente alle direzioni dei vari uffici dislocati nel territorio di competenza, di ricondurre ad una gestione interna dei bar-spacci utilizzando in qualità di gestore personale di polizia penitenziaria e, addirittura, detenuti”.
“Improponibile- evidenzia Nardella- in una realtà che sta manifestando per la carenza di organico e che sta chiedendo ad alta voce il rientro di coloro che attualmente svolgono compiti non proprio istituzionali. A Pescara i poliziotti sono166, una ventina in meno rispetto al previsto. E adesso? Se dovesse essere portata avanti questa idea, ce ne toglierebbero altri quattro per metterli a fare qualcosa che non c’entra niente con il ruolo del poliziotto e che, invece, potrebbe continuare a essere svolto da personale civile. Se progressivamente l’effetto Sulmona ci sarà anche negli altri nove istituti dell’Abruzzo ci ritroveremo con circa 40 agenti in meno da impiegare in quei compiti per i quali hanno prestato giuramento”.
“Per manifestare il più sentito dissenso rispetto a questa assurda decisione ed evitare che il personale operante presso la casa circondariale dannunziana venga privato dell’unico modo per spezzare il ritmo pressante di un lavoro difficile e pericoloso,- chiosa Nardella- indiciamo sin da ora lo stato di agitazione di tutto il personale riservandoci, a breve, di formulare nuove e più incisive manifestazioni di proteste contro il Consiglio di Amministrazione dell’EAP volte a scongiurare la chiusura di un presidio che rappresenta un’autentica sosta benessere per chi svolge un lavoro difficile e molto pericoloso”.