Pescara. L’abbattimento degli alberi secolari lungo le sponde del fiume rientra in un piano di interventi urgenti che hanno interessato i bacini idrici della regione. Dopo le denunce degli ambientalisti, il presidente della Provincia Guerino Testa fa luce sulle ragioni del provvedimento che ha portato, nelle ultime settimane, alla rimozione di un’intera fascia di vegetazione fluviale.
Gli operai di Palazzo dei Marmi sono stati autorizzati a rimuovere tronchi e vegetazione dalle rive del fiume Pescara, nella porzione dal ponte della Libertà fino all’area dell’ippodromo di San Giovanni Teatino. L’operazione di “manutenzione ordinaria” è stata approvata nell’ambito di un programma quadriennale regionale, dal 2000 al 2003, ed è costata oltre 184mila euro. “I lavori in corso lungo il fiume Pescara su cui gli ambientalisti hanno espresso perplessità”, precisano in una nota il presidente della Provincia Guerino Testa e l’assessore all’Ambiente Mario Lattanzio, “non sono una trovata dell’ultimo minuto della giunta Testa, ma hanno ricevuto il via libera di tutte le autorità competenti”.
Dopo gli allarmi sollevati ieri dai rappresentanti delle associazioni Italia nostra, Marevivo, Ecoistituto Abruzzo e Mila donnambiente, riuniti nel coordinamento Bussiciriguarda, che hanno annunciato l’invio di un fascicolo alla Procura della Repubblica, Testa e Lattanzio rispondono alle accuse chiarendo le ragioni dell’intervento e l’iter normativo seguito. Nessuna parola è stata però spesa riguardo all’inquinamento dei fanghi e a un dragaggio definito “inutile e costoso”. “Il territorio interessato”, spiegano, “riguarda il fiume Pescara. Nel dettaglio si tratta di manutenzione ordinaria consistente nell’eliminazione di tronchi di alberi divelti, morti, pericolanti, debolmente radicati e di grossi rami caduti (che possono causare ostruzione al normale deflusso delle acque), dagli alvei di magra, dalle golene, dalle sponde e dalle aree di pertinenza idraulica, oltre alla eliminazione di rifiuti”.
Il via libera all’intervento è arrivato dalla Regione, che ha tenuto conto del parere dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per l’Abruzzo, così come si sono espressi favorevolmente il corpo forestale dello Stato e il servizio Genio civile regionale di Pescara, ognuno per le proprie competenze proprie. “Ci siamo mossi”, evidenziano Testa e Lattanzio, “nell’ambito delle procedure fissate dalla Regione Abruzzo che nel 2001 ha definito, insieme alle associazioni ambientaliste e all’università, gli indirizzi, i criteri e i metodi per la realizzazione di interventi sui corsi d’acqua. Gli interventi sono finalizzati alla riduzione di eventuali pericoli per i centri urbani, in conseguenza di eventi critici di origine meteorologica e alla bonifica ambientale con tecniche di ingegneria naturalistica. A tutela, quindi, del corso d’acqua, dell’ambiente, della città e dei cittadini”.
Daniele Galli