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Pescara, il Natale dei lavoratori: Uscire dalla mentalità del profitto

Pescara. Natale di sobrietà, giustizia e solidarietà. Questo il titolo del ritiro dei lavoratori promosso dall’arcidiocesi di Pescara-Penne. Alle 9 di sabato, nella sala parrocchiale di San Pietro apostolo, in Pescara, operai, impiegati, artigiani, commercianti e professionisti si ritroveranno per un momento di condivisione e di preghiera, accompagnati da padre Aldo D’Ottavio, responsabile del settore “lavoro” della pastorale sociale della diocesi.

“Il ritiro d’avvento, spiega padre Aldo “per i lavoratori è un’opportunità per poter riflettere e pregare insieme in un momento di crisi, come quello che stiamo vivendo che fa riscontrare sofferenze, scoraggiamento e disorientamento. Riflettere sul significato dell’Incarnazione del Figlio di Dio nella storia, prendendo la nostra povera condizione umana, può aiutare i lavoratori credenti a vivere con responsabilità e protagonismo il proprio impegno cristiano nei luoghi di lavoro e nelle comunità cristiane, disposti alla luce della Parola di Dio a mettersi in discussione per una riscoperta di cose più essenziali e per coniugare insieme fede e vita”.

La mattinata di riflessione si inserirà in un mondo ricco di contraddizioni: “Siamo tutti sempre più sottomessi alla logica di solo mercato” continua padre Aldo, citando la costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et Spes, 66 “che genera una mentalità di profitto immediato e di guadagno facile sostenuti dal consumismo diffuso da una pressione sociale assillante. La crisi sta inducendo i lavoratori a chiudersi, a cercare soluzioni individualistiche e non collettive; in tal modo il primato della persona, dell’uomo e della donna, la loro centralità nella vita economica, viene disatteso e mortificato. Non è giusto che siano i lavoratori a pagare i prezzi più alti della crisi. Non è giusto utilizzare flessibilità che generano paure, povertà che bruciano progettualità e speranze”.

Non ha paura a “schierarsi” il sacerdote di Sant’Andrea che stila una specie di elenco di impegni: “È giusto farsi carico dei più indifesi riconoscendo in essi la stessa dignità gli stessi diritti e doveri. È giusto alzare lo sguardo e guardare il mondo in cui la divaricazione tra ricchi e poveri aumenta di giorno in giorno. È giusto lottare insieme per la salvaguardia dei diritti e per una maggior partecipazione dei lavoratori sia per far funzionare il processo produttivo sia la partecipazione strategica alle decisioni aziendali per arrivare fino all’azionariato collettivo dei lavoratori. Dalla crisi si può uscire con un’identità nuova dell’impresa, del lavoratore e delle loro rappresentanze. In tutto questo deve entrare il credente, in nome di Cristo e a motivo della sua Incarnazione”.