L’uomo, a cui viene negata una visita domiciliare, viene assistito da una badante 24 ore su 24 poiché ha bisogno costantemente di cure e di qualcuno che lo assista nelle attività primarie della vita quotidiana.
La denuncia delle figlie di Antonio Della Guardia, Annamaria e Carmela, e dal genero Giancarlo Fuschi, è stata rilanciata con un’interrogazione parlamentare dal deputato di Sel Gianni Melilla, che ricostruisce: “A novembre 2016, le figlie inoltrano la domanda all’Inps per richiedere una visita domiciliare per invalidità civile e accompagnamento, consigliata del medico di base e del medico della Asl, che è andato a casa dell’uomo per verificare le condizioni di salute e ha attestato che il paziente non è trasportabile, per cui ha diritto a una visita domiciliare. Il mese scorso, l’Inps dichiara di non avere più i documenti sulla domanda d’invalidità, inviata dal patronato qualche mese prima, così Fuschi si reca dal medico di base che gli fornisce un nuovo documento cartaceo, che attesta le condizioni di salute di Della Guardia, da consegnare personalmente agli uffici Inps, i quali, però, non gli rilasciano alcuna ricevuta di avvenuta consegna”.
“A distanza di tre mesi”, prosegue Melilla, “arriva telefonicamente la risposta da parte del medico della commissione Inps, che ha esaminato il caso, affermando che il paziente non possiede i requisiti necessari per avere diritto a una visita a domicilio”.
Al ministro Poletti, quindi, Melilla chiede, “se non intenda intervenire per accertare il diritto di questa persona di 103 anni alla invalidità civile e alla indennità di accompagnamento”.