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Pescara, mare inquinato: Assobalneari contro il taglio della diga foranea

Pescara. Gli esiti della riunione di ieri tenutasi in Capitaneria di Porto sull’inquinamento del mare di Pescara, presenziato dai vertici delle giunte di Comune e Regione, non convincono gli operatori di Assobalneari Abruzzo, dubbiosi sul taglio della diga foranea.

“Non sarebbe risolutivo dell’inquinamento in quanto il deflusso del fiume deve necessariamente essere accompagnato da opere oltre il varco”, affermano in una nota, “varco che, se corrisponde al vero la circostanza di una riduzione dell’ampiezza dai 150 metri previsti dal piano regolatore portuale, a 70 metri circa da parte della commissione Via, potrebbe essere insufficiente senza una veicolazione aggiuntiva. La progettata soffolta sul lato nord del porto canale, in ogni caso, non impedirebbe il deflusso del fiume verso nord, con le conseguenze facilmente immaginabili, in quanto l’acqua dolce del fiume, più fredda, scorre sopra quella del mare, più calda.”.

Rispetto ai progetti originari del piano regolatore portuali, infatti, ieri sono emersi nuovi sviluppi, sui quali intervengono i capigruppo di Forza Italia Antonelli e Sospiri: “Che il progetto di sfondamento della diga foranea dovesse andare a VIA nazionale lo sapevamo tutti da un anno e mezzo, perché non si tratta di una semplice opera di ‘difesa della costa’ come ha tentato di spacciarla il Governatore D’Alfonso, ma è un’opera su un’infrastruttura portuale di interesse nazionale”, dicono e aggiungono, “Non solo: la Commissione di Via nazionale deve esprimersi su tutto il Piano regolatore portuale e ha a disposizione 12 mesi di tempo per farlo, a partire da novembre scorso, quando il Piano è stato approvato in Consiglio regionale. Poi non possiamo dimenticare che il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici non ha mai espresso parere favorevole sull’opera, ma siamo andati avanti solo perché erano trascorsi i 45 giorni di tempo dalla integrazione degli elaborati richiesti da parte della Regione, e questo non ci esonera da sorprese dell’ultima ora. Infine, cosa ancora più importante, la competenza dei progetti non fa più capo al Provveditorato Interregionale delle Opere pubbliche o all’Autorità Marittima, ma Grazie alla Riforma Delrio, è passata in capo all’Autorità del Sistema Portuale di Ancona”.

“Quali soluzioni per la prossima estate ?”, chiedono ancoraora i balneatori, “l’unica possibile, praticabile in tempo utile per la prossima estate, è una sistemazione provvisoria a mezzo palancole, da sistemare nella stessa posizione in cui si vorrebbe realizzare il molo dal costo di  300 mila euro, di cui si è parlato sulla stampa di questi giorni. Palancole che a differenza del molo, rivestendo il carattere della precarietà, possono essere riutilizzate allorché sarà realizzato il molo nord o quello sud, necessari al completamento delle opere portuali. I tempi tecnici realisticamente ipotizzabili per la realizzazione della barriera di palancole sono quantificabili in tre mesi dalla presentazione del progetto, in ragione della sua precarietà, soggetto unicamente a verifica di assoggettabilità”.?