Il tribunale collegiale di Pescara, presieduto dal giudice Rossana Villani, ha assolto “perché il fatto non sussiste” l’ex sindaco Enzo Di Marcoberardino, che era accusato di abuso d’ufficio. L’assoluzione riguarda uno dei due episodi contestati, relativi all’esecuzione di un’ordinanza di demolizione di opere edilizie realizzate illecitamente. L’altra accusa di abuso è stata invece dichiarata prescritta.
Anche l’architetto Antonio Mergiotti, all’epoca dei fatti dirigente del settore Urbanistica, è stato assolto dall’accusa di abuso condivisa con l’ex sindaco. L’architetto doveva rispondere anche di corruzione: accusa dichiarata prescritta.
La prescrizione è scattata anche per gli altri nove imputati: gli ex assessori comunali di Penne Alberto Giancaterino e Femio Di Norscia, l’ex assessore provinciale e comunale di Pescara Rocco Petrucci, ingegnere e titolare di uno studio di progettazione di cui Giancaterino, secondo l’accusa, sarebbe stato “socio di fatto”, con un ruolo di insider; gli imprenditori Ettore, Guido e Nicola Pierdomenico; l’imprenditore Roberto Cecamore; l’ingegnere capo Piero Antonacci; l’ex consigliere comunale Roberto Di Fabrizio.
Nello specifico, sotto la lente della Procura erano finite alcune concessioni edilizie rilasciate, a giudizio del pm, “in maniera illegittima” per “tutelare gli interessi privati” degli imprenditori Roberto Cecamore ed Ettore, Guido e Nicola Pierdomenico. Sempre secondo l’accusa, l’ex assessore Giancaterino avrebbe assicurato canali preferenziali a Petrucci nelle pratiche da lui seguite ottenendo in cambio “retribuzione corrisposta a Petrucci sotto forma di parcella, di importo tale da essere poi diviso tra i due soci”.