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Hotel Rigopiano, avvocati sindaco: ‘valanga si poteva prevedere’

Farindiola. La valanga del 18 gennaio scorso che ha travolto l’hotel Rigopiano, uccidendo 29 persone, “era scientificamente prevedibile e i suoi disastrosi effetti erano totalmente evitabili, solo se la Regione Abruzzo avesse fatto la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga (Clpv) che era obbligatoria dal 1992” in base alla legge regionale numero 47.

A questa conclusione è arrivato il pool di tecnici e legali incaricati dal Comune di Farindola “all’accertamento della verità”, nell’ambito di una indagine difensiva preventiva che non si ferma qui e che va avanti per definire “precise responsabilità non solo giuridiche, ma anche politiche”. L’indagine, una volta terminata, sarà consegnata alla procura di Pescara titolare dell’inchiesta sulla tragedia – al momento senza indagati – per disastro colposo e omicidio plurimo colposo.

Intanto per il Comune di Farindola “è un momento difficile”. “Abbiamo necessità di chiedere alla Regione e al Governo misure non convenzionali per il rilancio della nostra area – spiega il sindaco Ilario Lacchetta -. Giovedì abbiamo convocato il consiglio comunale per avanzare l’istanza di inclusione nel cratere sismico”.

Il pool è composto da un gruppo di difesa – i legali Goffredo Tatozzi e Cristiana Valentini, in rappresentanza del sindaco Ilario Lacchetta, e l’avvocato Massimo Manieri, in rappresentanza del Comune di Farindola – e da uno di esperti nello studio del fenomeno valanghe, tra i quali il climatologo e docente universitario Massimiliano Fazzini, il già responsabile MeteoMont Abruzzo, Giorgio Morelli, la Guida Alpina, Maurizio Felici e l’esperto d’Ingegneria della Montagna, Marco Cordeschi.

Secondo quest’ultimo “con uno studio cartografico prima e, poi, con un iniziale approfondimento sul posto, era prevedibile localizzare nel sito della valanga di Rigopiano un’attività valanghiva anche di una certa importanza, sia per considerazioni di carattere morfologico, per pendenze molto accentuate, sia per considerazioni di carattere valanghivo che un esperto ha relativa facilità a fare”. Inoltre, in base ai dati scientifici raccolti, le nevicate tra il 17 e il 18 gennaio scorso non rappresentano, secondo il climatologo Fazzini, “un evento eccezionale, ma ricorrente: ci sono stati eventi simili nel 2005, 2009, 2011, 2015. Sono una cosa normale”.

Tra i dati raccolti per conto del Comune anche il sopralluogo effettuato lo scorso 5 febbraio dalla guida alpina Maurizio Felici sul luogo della valanga che serviranno agli esperti per studiare quanto accaduto. Morelli, già responsabile della Meteomont Abruzzo, invece ha illustrato i vari passaggi che hanno caratterizzato, dal 1992 in poi l’iter della Carta Storica della Valanghe, pubblicata nel 2014, seguita nel 2016 da una Clpv riferita a un area campione. “In assenza della Clpv – ha chiarito Morelli – il Comune era impossibilitato a far scattare le misure di salvaguardia previste dalla legge regionale n.47/92. La Commissione comunale per le Valanghe non poteva agire, non avendo a disposizione un documento fondamentale quale la Clpv, perché quella di Rigopiano non era un’area censita”.