Pescara. Esprimono soddisfazione le parti civili in merito alla sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila sull’avvelenamento di Bussi sul Tirino, che ha di fatto ribaltato il pronunciamento della Corte d’Assise di Chieti.
La sentenza di primo grado aveva infatti assolto i 19 imputati dall’accusa di avvelenamento delle falde acquifere,poiché il reato di ‘disastro ambientale’ era stato derubricato in ‘colposo’, perciò prescritto.
Il recente pronunciamento della Corte Aquilana ha riconosciuto le aggravanti di disastro colposo, annullando così la prescrizione e consentendo la condanna condonata tra i 2 e i 3 anni di reclusione a 10 imputati, i quali dovranno altresì risarcire il danno agli enti abruzzesi, oltre alle spese provvisionali e al rimborso delle spese legali.
A nome di tutta la Giunta regionale, esprimono grande soddisfazione per l’esito dell’Appello il sottosegretario, Mario Mazzocca e l’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci:
“La decisione, oltre a riconoscere la responsabilità penale per il disastro nella forma colposa aggravata e la sussistenza dell’avvelenamento delle acque nella forma pure colposa, condanna gli imputati al risarcimento del danno ed al ripristino ambientale”, affermano Mazzocca e Paolucci. “La Regione era costituita parte civile ed appellante, rappresentata dall’avvocatura dello Stato, presente in giudizio con l’avv. Cristina Gerardis, anche direttrice generale dell’ente, e con l’avv. Generoso Di Leo, dell’Avvocatura Distrettuale dell’Aquila. La sola provvisionale, su una richiesta risarcitoria di mezzo miliardo di euro, è nell’immediato di 500 mila euro”.
“Risorse che, una volta ottenute mediante l’azione civile da attivarsi con la massima sollecitudine, potranno essere utilizzate a vantaggio del territorio regionale, in primis per una approfondita indagine epidemiologica e certamente nel settore della salute dei cittadini, danneggiata dalle condotte di reato accertate nel processo. Crediamo sia stato svolto un eccellente lavoro: avremo cura del prosieguo delle iniziative giudiziali ed amministrative che potranno portare risultati concreti per il nostro territorio”.
Plauso per la sentenza espresso anche da Legambiente:
“Ora si lavori per il ripristino ambientale e una completa ed esauriente bonifica del sito, senza perdere più altro tempo e senza far passare altri anni, come invece è successo fino ad ora”, afferma il direttore generale, Stefano Ciafani. Legambiente, che è tra le parti civile del processo, continuerà la sua battaglia per il ripristino ambientale dell’area.
“Dieci anni fa si sollevava il vaso di pandora sulla discarica illegale di veleni chimici più grande d’Europa che per anni ha avvelenato l’ambiente, la salute dei cittadini e danneggiato l’economia di questi territori”, aggiunge Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo. “Ad oggi le attività di bonifica latitano. Per questo chiediamo che si lavori per il risanamento dell’area e poi per un suo rilancio, perché i cittadini hanno diritto alla restituzione di un territorio finalmente libero dai veleni e di un futuro proietto sulla green economy”.
Per le associazioni del Comitato Bussiciriguarda:
“Questa sentenza non solo dà ragione alla nostra battaglia, ma ci consente di rafforzare il nostro impegno dandoci ulteriori energie affinché si possa ottenere quanto prima il ripristino della qualità dei luoghi. Da domani, pertanto, abbandonate le aule dei Tribunali, saremo sentinelle vigili e di stimolo continuo affinché tutte le Amministrazioni, nazionale, regionale e locali facciano quanto di loro competenza per restituire alla collettività acque e terreni risanati”.