Penne. Si è detto innocente, sostenendo di non essere entrato quel giorno nell’abitazione della vittima e di non conoscerla Mirko Giancaterino, il 37enne di Penne accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e di incendio per aver ucciso in casa a Penne il 13 settembre del 2015 con pugni e 26 coltellate Gabriele Giammarino, l’80enne ex maresciallo dell’Aeronautica e di aver dato fuoco al materasso che copriva il corpo della vittima.
Giancaterino oggi si è sottoposto ad interrogatorio nel processo in corso davanti alla Corte d’Assise di Chieti e che è giunto alle battute finali: il 27 marzo infatti è stata fissata l’udienza di discussione.
Quanto alla sua presenza nei pressi dell’abitazione di Giammarino, il mattino dell’omicidio, Giancaterino ha detto ai giudici che era uscito di casa per recuperare l’auto che la notte precedente lo aveva lasciato a piedi e per acquistare sigarette e che in quel periodo era ricaduto nella droga: aveva dunque scelto un luogo appartato, una specie di giardino nei pressi dell’abitazione della vittima, per iniettarsi eroina e cocaina.
Quanto ad una macchia di sangue trovata su una sua scarpa, l’uomo ha invece sostenuto di essersi sporcato quando si è inginocchiato per drogarsi: ”Lì ci sarà passato chi ha commesso il reato”, si è difeso Giancaterino, alludendo evidentemente ad un’altra persona.
La Corte al termine dell’udienza ha rigettato alcune richieste della difesa, rappresentata dall’avv. Melania Navelli di Pescara. La quale aveva chiesto la comparazione fra il materiale trovato sotto le unghie di Giammarino e il dna dell’imputato poichè la vittima si sarebbe difesa. Ma anche che venisse sentito un vicino di casa e di risentire i carabinieri che effettuarono il sopralluogo.
Prima di Giancaterino la Corte aveva esaurito l’esame dei testimoni sentendo la badante rumena che abitava al piano di sotto dell’abitazione della vittima: la donna il giorno dell’omicidio, dopo aver sentiti alcuni rumori provenire dal piano di sopra, attraverso la spioncino della porta di casa vide allontanarsi un uomo che successivamente riconobbe come la persona ripresa da una telecamera di sorveglianza e che i carabinieri di Penne identificarono in Giancaterino.
E le tre parti civili costituite assistite dall’avv. Federico Squartecchia: la sorella della vittima Pasqualina Giammarino e i figli di quest’ultima, Giancarlo e Daniela Di Teodoro. Il pubblico ministero che rappresenta l’accusa è Mirvana Di Serio.