Farindola. “A mio figlio non hanno permesso di lasciare l’hotel. Questo è sequestro di persona e omicidio. Come fa un albergo a quattro stelle a non avere qualcosa, un trattore per tener pulite le strade? Mio figlio è stato ucciso dallo Stato, dalle autorità, dai politici dell’Abruzzo”.
“Quando ho saputo della morte di Stefano volevo buttarmi dal terrazzo di casa. Avevo deciso cosi’. Poi ho fatto una promessa a mio figlio: fino a quando non avrò giustizia non mi fermerò. Voglio i colpevoli e devono solo augurarsi che io abbia un infarto, che io muoia prima. Non mi fermerò prima di aver avuto giustizia”.
L’uomo aggiunge: “La mia vita è finita, a un mio amico psicologo ho chiesto se c’è la possibilità di ‘resettare’ il cervello. Se non c’è, la mia vita è finita. Ho solo rabbia e non riesco più a piangere. Mia moglie e l’altro mio figlio sono distrutti”.
Feniello attacca anche il capo del governo, che ha elogiato i soccorsi: “Gentiloni mi fa ridere quando dice che è stato fatto tutto bene. Se ne sono fregati. Se c’era il figlio di Gentiloni non lo avrebbero fatto morire. Avrebbero mandato su qualsiasi mezzo”.
“Ho fiducia nei giudici – dice ancora -, bisogna far sentire la nostra voce anche con loro, non è stato solo il destino, la colpa è sempre degli uomini”.
Feniello se la prende con i politici, con le istituzioni: “Ho denunciato tutti col mio avvocato. Il sindaco di Farindola, il Prefetto, il Questore, il presidente della Regione e della Provincia. Hanno tutti delle responsabilità. Se c’erano i figli di uno di questi tutto questo non succedeva. Li avrebbero recuperati con gli elicotteri prima del crollo dell’albergo”.