Farindola. Proseguono a ritmo serrato le indagini della Procura di Pescara, coordinate dal procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e dal pm Andrea Papalia, sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto da una valanga il 18 gennaio scorso.
I magistrati hanno aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo colposo, sulla tragedia costata la vita a 29 persone, ma al momento il registro degli indagati continua ad essere vuoto.
L’area del disastro è stata posta sotto sequestro, mentre si intensificano gli interrogatori dei soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda.
In mattinata è stato ascoltato come persona informata dei fatti il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, al quale i carabinieri forestali hanno chiesto conto di tutto ciò che attiene le competenze e le responsabilità del primo cittadino nell’ambito della vicenda.
Nel frattempo sono già al lavoro tre consulenti della Procura, due ingegneri del Politecnico di Torino e un geologo proveniente da Trento: si tratta di geologi ed ingegneri che avranno il compito di ricostruire tutti gli aspetti circostanziali e fisici dell’evento, fornendo risposte sulle cause, sulle ragioni e sulla dinamica della valanga, a partire dall’eventuale incidenza delle scosse di sisma che si verificarono nel corso della giornata in cui si è verificata la valanga.
Inoltre, verrà ricostruita la dinamica del crollo dell’ edificio, saranno compiute analisi sui materiali con i quali è stata realizzata la struttura e sarà esaminata tutta la vicenda costruttiva-edilizia, che comprende anche uno dei quesiti più scottanti, ovvero se l’Hotel Rigopiano potesse essere costruito in quella porzione di territorio rivelatasi a rischio.
Parallelamente gli inquirenti stanno lavorando anche sulla ricostruzione della dinamica fattuale degli eventi, con particolare riferimento al modo in cui è stata gestita la richiesta di intervento inviata dall’albergo, sia prima che dopo la valanga; sulle varie responsabilità della catena di comando in merito alla pulizia e percorribilità della strada provinciale che conduce all’Hotel Rigopiano; sulla gestione del bollettino contenente l’allerta valanghe Meteomont, che il 18 gennaio indicava rischio 4 su un massimo di 5.
Ulteriori elementi, soprattutto sugli eventuali ritardi nei soccorsi e sulla dinamica del disastro, saranno forniti dai risultati degli esami autoptici. I 29 corpi delle vittime sono stati tutti già sottoposti ad autopsia, ma Tedeschini e Papalia stanno aspettando di ricevere le ultime relazioni, per poi essere nelle condizioni di delineare un quadro più preciso su cause, tempi e circostanze dei decessi.