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Tangenti Pescara, D’Alfonso aveva altri redditi?

Pescara. Il controesame di Camillo De Stefanis, il consulente della procura che ha analizzato i conti correnti e i beni patrimoniali dell’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, al centro oggi del processo Housework su presunte tangenti negli appalti pubblici al comune. Nella scorsa udienza il consulente aveva evidenziato che, per alcuni mesi, tra il 2003 e il 2007, dai conti correnti di D’Alfonso non vi erano state uscite di danaro. Oggi la difesa ha replicato che il consulente si sarebbe limitato a controllare la contabilità senza effettuare le opportune verifiche e riscontri.

All’avvocato Giuliano Milia, difensore dell’ex sindaco, De Stefanis ha detto di non aver accertato altri elementi se non quelli indicati da Pm e da polizia giudiziaria. Non sarebbe stati analizzati i conti di una zia materna di D’Alfonso detentrice di una pensione di reversibilità e una di accompagnamento con delega di riscossione all’ex sindaco, e di non aver controllato neppure la situazione finanziaria della famiglia della moglie dell’ex sindaco di Pescara, considerata “possidente”. Inoltre non sarebbe stato verificato se D’Alfonso avesse dei buoni postali.
Sempre questa mattina è stato ascoltato un ex vigile urbano, che all’epoca, si occupava della gestione del parco mezzi del Comune. L’udienza è stata poi aggiornata al 19 settembre, mentre le successive si terranno il 26 settembre, il 3, 10 e 17 ottobre, il 7, 14, 21 e 28 novembre, il 5, il 12 e il 19 dicembre.