Pescara. Promuovere la cultura della legalità nei ragazzi e far conoscere loro il difficile mondo del carcere e della rieducazione dei detenuti: questi gli obiettivi dell’incontro “Solidarietà dietro le sbarre” che si è tenuto questa mattina a Palazzo Baldoni.
E’ stato il primo degli incontri previsti dall’iniziativa, giunta alla sua terza edizione ,che vede una stretta collaborazione tra la casa circondariale di Pescara e l’Istituto comprensivo Troiano Delfico. All’incontro hanno partecipato il sindaco Francesco Maragno, il dirigente dell’Istituto Nino Traini e il direttore della casa circondariale di Pescara Franco Pettinelli. Sono 25 le classi di scuola primaria e secondaria di primo grado coinvolte nel progetto, curato dalla docente Lorena Di Serafino.
«Il carcere – ha spiegato l’insegnante ai ragazzi intervenuti, volontaria proprio presso la casa circondariale di Pescara – è lo specchio negativo della società. Una persona non può essere identificata con il reato che ha commesso. Dopo aver espiato una pena, ognuno torna ad essere una persona libera. Ecco, se comprendiamo tali principi, allora assumono una valenza importantissima tutti i progetti portati avanti proprio per favorire il reinserimento nella società dei detenuti».
“Solidarietà dietro le sbarre” vedrà dunque l’esposizione all’interno della scuola Fanny Di Blasio di manufatti realizzati all’interno del carcere, ed un successivo incontro dei ragazzi con alcuni detenuti.
«Con questi incontri – spiega il direttore Pettinelli – vogliamo far capire ai giovani l’importanza di non infrangere le regole. Queste occasioni sono soprattutto dei momenti di sensibilizzazione per alcune problematiche quali le dipendenze da droghe o alcool che possono colpire soprattutto i ragazzi. Nel nostro carcere, su 300 detenuti, 1/3 ha problemi di tossicodipendenze. All’interno della casa circondariale promuoviamo numerosi progetti, come attività formative, corsi professionali, laboratori di hobbistica o ancora, per assecondare una delle finalità principali di un carcere, ossia la rieducazione del condannato».
«Il filosofo Karl Popper – ha dichiarato Nino Traini, dirigente dell’Istituto che al suo interno ha anche attivato uno sportello socio educativo per sostenere i ragazzi e i genitori nell’ascolto delle difficoltà quotidiane, grazie al personale del consultorio UCIPEM di Pescara che lavora su territorio in diversi ambiti – diceva che la vita è una catena di problemi da risolvere. Penso che ognuno debba avere la forza ma soprattutto il senso di responsabilità per affrontarli. Con queste iniziative vogliamo insegnare a voi ragazzi proprio questo».
Il sindaco Maragno poi rivolgendosi agli studenti ha aggiunto «queste giornate sono molto importanti per la vostra formazione, dunque approfittate per carpire quanto più possibile dalle testimonianze dirette dai detenuti, ma anche dai volontari e da tutte le persone che lavorano all’interno del carcere di Pescara, impegnandosi affinché i detenuti ricostruiscano il loro futuro. In questa direzione si colloca anche il progetto che il Comune di Montesilvano ha avviato in collaborazione con il carcere di Pescara e che vede un detenuto impegnato in lavori di piccola manutenzione e cura a Montesilvano colle. Ci auguriamo di poter implementare ulteriormente questa convenzione».
L’incontro è poi proseguito con una serie di domande poste dagli studenti al direttore Pettinelli sulla vita all’interno del carcere.