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Pescara, arrestati per usura 3 molisani: prestiti con interessi al 400%

Pescara. I carabinieri della Compagnia di Pescara hanno eseguito questa mattina 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 usurai di origine molisana che da mesi vessavano un falegname pescarese con interessi fino al 400% su prestiti illeciti. Altre 3 vittime tra la Puglia e il Molise.

Gli prestano 2mila euro, ne rivogliono 15mila. Sono 3 gli strozzini arrestati su disposizione del gip del Tribunale di Pescara, Guido Campli, su richiesta del pm Cristina Tedeschini. Si tratta di Nicolino Di Rosa, 43 anni, Antonio De Vivo, 69 anni, e il figlio Michele De Vivo, 38 anni, rinchiusi in carcere a Larino, in provincia di Campobasso. Le indagini dei carabinieri di Pescara hanno preso il via a dicembre dopo la denuncia di un falegname pescarese, una delle 4 vittime accertate tra altri commercianti molisani e foggiani. L’uomo avrebbe richiesto al Di Rosa un prestito di 2.000 euro, costretto poi a doverne restituire ben 15mila: l’interesse applicato era, quindi, del 400%. Impossibilitato a pagare, il falegname avrebbe subito delle minacce e sarebbe stato costretto a cedere ai malviventi l’auto della figlia, una Fiat Stilo, firmando una procura a vendere come garanzia della restituzione della somma.

Sarebbe stato il timore per l’incolumità della figlia che avrebbe spinto così il pescarese, a dicembre scorso, a rivolgersi ai carabinieri; dalla denuncia è scattata l’indagine che ha ricollegato Di Rosa ai due complici, i De Vivo, entrambi commercianti ambulanti, che secondo i militari dell’Arma fornivano a Di Rosa i soldi da prestare a strozzo. Gli accertamenti hanno portato alla scoperta di altre 3 vittime, mentre si procede per quantificare il volume d’affari complessivo. Per De Rosa, individuato come l’estensore del racket verso l’area pescarese, l’accusa è quella di usura continuata in concorso.

 

Daniele Galli