Il “marito della Bignardi” insulta una giornalista: “vaffa” in pubblico al Pescara Festival

Pescara. Finisce a “vaffa” tra Luca Sofri, direttore del Post e del Festival delle Letterature dell’Adriatico, e la giornalista del Messaggero Abruzzo Federica Fusco, accusata di aver sottolineato il matrimonio con la neo-direttrice di Rai 3, Daria Bignardi.

La collaboratrice pescarese del quotidiano, nei giorni scorsi, in un focus sulle polemiche legate alla kermesse culturale (leggi inaugurazione di ieri con il premier Renzi) aveva ricordato che Sofri, giornalista che lega la sua fama nazionale anche al padre Adriano, condannato a ventidue anni di carcere come mandante dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, è il marito di Daria Bignardi, fresca di nomina a capo del terzo canale della tv pubblica.

Niente di più, niente di meno, né commenti né allusioni da parte della Fusco. Ma tanto è bastato per far indignare Sofri che, dopo aver intervistato Renzi sul palco del Circus, appena avuta l’occasione di un faccia a faccia non ha evitato di rimproverare la giovane collega, sulla pubblica piazza, in barba alle regole dell’Ordine che condividono e che invitano alla collaborazione e alla solidarietà tra pari. Perché sempre di pari si parla.

“Sofri ha concluso la conversazione con la collega con un elegantissimo ‘vaffa’, alla presenza di una decina di persone”, riferiscono anche la Federazione nazionale della stampa italiana e il Sindacato giornalisti abruzzesi in una nota di solidarietà alla collega Fusco.

“Federica Fusco è una delle tante collaboratrici che”, aggiungono i sindacati, “con il suo lavoro attento e con compensi esigui, contribuisce a costruire un’informazione di qualità sul territorio e nella testata per cui lavora. Al di là delle regole della buona educazione, pure evidentemente calpestate, Luca Sofri dovrebbe ricordare anche quelle della libertà di espressione e del dovere di collaborazione fra colleghi, richiamate nella legge istitutiva dell’Ordine. Principi che mai devono e possono essere piegati ad interessi personali o di altra natura”.

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