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Parco Costa Teatina: la Costituente a Pescara contro la petrolizzazione

Pescara. Da dieci anni, da quando il Governo ha varato la legge istitutiva n° 93 del 2001, la costa teatina aspetta di avere il proprio parco. Ma un iter frastagliato, rilanciato solo dall’emendamento del senatore Pd Legnini inserito nel Milleproroghe, lascia il parco in un limbo burocratico. Entro il 30 settembre tutti i Comuni coinvolti dovranno proporre la propria perimetrazione, pena il passaggio dal limbo all’inferno del commissariamento. A battersi per il Parco c’è la Costituente “Vogliamo il parco”, che sostiene il motto: “Ogni centimetro escluso dal parco è un centimetro regalato al petrolio”. A battersi con le associazioni c’è anche Maria Rita D’Orsogna scienzata della California State University, oriunda abruzzese che si batte contro la petrolizzazione di mari e terre nostrani.

Il progetto del Parco costa teatina si contrappone, principalmente, all’ampio progetto di sviluppo petrolifero che verte sull’Abruzzo. Associazioni ambientaliste, sindacati, amministratori, agricoltori, cittadini, cantine, operatori turistici e quanti altri interessati alla difesa dell’economia verde abruzzese si sono riuniti, da ottobre 2010, nella Costituente “Vogliamo il parco”, un comitato mirato all’obiettivo definitivo dell’istituzione della riserva naturale nazionale sulla costa che va da Ortona a San Salvo, la cosiddetta costa dei trabocchi. Per loro, un territorio all’interno di una zona protetta è un territorio che giova di tutele contro i mostri ambientali e, al contempo, di norme utili come volano per lo sviluppo economico inerente alla tipicità agricola e turistica del territorio. Una delle iniziative della Costituente è lo sforzo che sta attuando, anche tramite attività formative, per rendere il più possibile omogenee le singole perimetrazioni che i singoli Comuni coinvolti dovranno presentare al ministero dell’Ambiente, pena il passaggio sotto commissario. “Ogni centimetro lasciato fuori dal parco è un centimetro regalato ai petrolieri”, ha ricordato questa mattina in conferenza stampa  a Pescara Fabrizia Arduini del Wwf.

 

A battersi insieme alla Costituente contro le trivelle c’è la scienziata italoamericana Maria Rita D’Orsogna, già fautrice della battaglia contro il Centro oli di Ortona.  Non si accontentano della legge Chiodi , “legge di indirizzo, non ostativa” alla petrolizzazione dell’Abruzzo”; i membri della Costituente  si diranno “salvi” solo dopo l’istituzione definitiva del Parco. Salvo, secondo la Costituente, sarà anche il turismo abruzzese: “Chi vorrebbe venire in vacanza a guardare la costa delle trivelle?” ironizza la scienziata D’Orsogna, “il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, in campagna elettorale diceva di voler fare del chietino la Catalogna d’Italia: in questo modo?”, aggiunge. Il sostegno accademico apportato dalla D’Orsogna è arricchito dalla presenza nella Costituente del geochimico Francesco Stoppa, professore ordinario presso la facoltà di Scienze naturali dell’Università D’Annunzio. Sono entrambi a ricordare che “pochi giorni fa il Ministero dell’Ambiente ha bocciato il pozzo Elsa 2 nella costa vastese, ma vige ancora il pericolo per le piattaforme Euroceltic previste sulle coste di Pescara e Francavilla, per le quali sono già state autorizzate le procedure di ispezione”. Per i due scienziati, il pericolo petrolifero in Abruzzo passerebbe anche al suolo: “A Villanova la Ecolpetrol sta progettando un impianto di smaltimento dei fanghi di scarto provenienti dagli impianti petroliferi di tutta Italia: impianto dalle emissioni inquinanti e cancerogene, accanto al centro ortofrutticolo e sopra una falda acquifera a rischio infiltrazione”, conclude il professor Stoppa.

 

approfondimento: il sito della Costituente

 

Daniele Galli