Mentre gli ultimi clienti finivano di bere il proprio drink, un fragoroso infrangersi di vetri si è sentito provenire dal bagno del locale: il barista ha subito aperto la porta trovandosi di fronte, insieme ad alcuni avventori, ad una lite tra un giovane e la sua fidanzata, pressappoco ventenni. Uno scatto d’ira avrebbe portato il ragazzo a colpire lo specchio della toilette mandandolo in mille pezzi, fortunatamente senza ferirsi; il barista invita la coppia ad uscire e, mentre si allontana, il ragazzo si fa largo a spintoni nel locale, i nervi fanno la loro parte e scattano le prime scintille anche nei confronti di altri presenti: frasi minacciose e insulti urlati a brutto muso. La coppia, in evidente stato d’ebbrezza, rimane sulla porta a proseguire la propria discussione, stuzzicando ulteriormente la pazienza del barista che, allora, esce nuovamente per chiedere al ragazzo il risarcimento dei danni causati: “Io non ti ripago proprio niente”, biascica il ragazzo con fare provocatorio.
Il barista perde il controllo e parte alla carica, mentre alcune ragazze si preoccupano per un’eventuale aggressione subita dalla fidanzata durante la lite nel bagno; tempestivo l’intervento di un agente della polizia privata che pattuglia l’intera zona di Pescara Vecchia che, seppur con modi bruschi e tutt’altro che rasserenanti, seda la rissa sul nascere, aiutato dapprima da alcuni ragazzi e poi dai colleghi intervenuti a rinforzo: parecchi finiscono a terra, qualche pugno escoriato e il viso dell’irrequieto ragazzo livido e malconcio. Ma non finisce qui: il barista insiste perché gli venga ripagato lo specchio rotto, mentre i vigilantes decidono di chiamare la polizia per appurare la presunta aggressione subita dalla giovane fidanzata, seppure la stessa ammette il litigio ma nega l’aggressione e smentisce che le numerose macchie rosse che presenta sui vestiti siano sangue, bensì caffè rovesciatosi addosso durante la cena. Uno dei vigilantes non ci crede: “Il caffè rosso non l’ho visto nemmeno in Colombia”, la richiama zelante, e arrivano immediatamente finanzieri, vigili e poliziotti dal posto di guardia di piazza Unione, tra i quali anche un’agente donna come contemplato in caso di coinvolgimento femminile.
Vengono identificati i protagonisti e chiarite le dinamiche secondo i racconti riportati; alla fine la ragazza conferma l’assenza di aggressione, raccontando che i graffi che porta sul petto sono stati causati dalla confusionaria colluttazione collettiva; si calma anche il barista, che decide di non sporgere denuncia a seguito del compromesso raggiunto con il ragazzo, ravveduto dall’intervento delle forze dell’ordine, che accetta di risarcire il danno causato. Alla fine i due fidanzatini se ne vanno come nulla fosse accaduto, tra gli sguardi sbigottiti dei presenti, mentre i camerieri si affrettano a rientrare i tavolini e chiudere una serata andata storta.
Daniele Galli