La madre Loreta De Rosa, inizialmente accusata di abbandono di minore, reato derubricato in omicidio colposo, è stata condannata a tre anni di reclusione, 3 anni e 6 mesi di reclusione sono stati invece inflitti al padre della vittima, Virgilio Spinelli e il nonno Cristoforo Spinelli, questi ultimi accusati di concorso in omicidio colposo. I genitori del bambino, assistiti dagli avvocati Luca Sarodi e Antonio Valentini, erano presenti nell’aula al momento della sentenza e non hanno commentato il verdetto.
Il nonno, difeso dagli stessi avvocati, non era in aula. Il pubblico ministero Andrea Papalia aveva chiesto la condanna per ciascuno degli imputati a un anno e sei mesi di reclusione. Il bambino, secondo l’accusa, si allontanò da casa attraverso un varco della recinzione e raggiunse i binari dove sopraggiungeva un treno regionale che era partito da Roma Tiburtina.
Secondo la difesa si trattò di un incidente che si sarebbe potuto evitare se le Ferrovie dello Stato avessero predisposto
un’adeguata protezione dei binari. In particolare l’avv. Valentini ha chiesto alla Corte la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Pescara per valutare la eventuale responsabilità delle Ferrovie dello Stato per la mancata messa in sicurezza dei binari e dunque per omicidio colposo in relazione alla violazione degli articoli 36 e 40 del Dpr 753/80.
L’avvocato Sarodi lasciando il palazzo di giustizia ha annunciato ricorso in appello. Mentre secondo il pm Papalia alla base dell’accaduto vi fu una clamorosa distrazione della madre che avrebbe dovuto sorvegliare i figli più piccoli. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.