Pescara, una palazzina al posto dello storico asilo di via Pepe: la protesta di Italia Nostra

Pescara. Dopo la mobilitazione dei residenti nelle scorse settimane, anche l’associazione Italia Nostra si oppone alla realizzazione di un edificio residenziale nell’area all’angolo tra via Pepe e via D’Avalos, dove insiste l’edificio recentemente divenuto sede del gruppo ultras Pescara Rangers, un tempo asilo e ritrovo sociale.

“Ancora una volta a Pescara viene eliminato un pezzetto di storia della città va via senza capirne il valore e il senso. Si sottrae alla collettività l’area verde con l’abbattimento previsto di alcuni pini di grosso fusto e un piccolo edificio, che pur nella sua semplicità manifesta una certa qualità”: a firmare la denuncia, con una nota, è  Mimmo Valente, presidente della sezione Italia Nostra di Pescara.

“La piccola area tra viale Pepe e via D’Avalos – spiega Valente – non è certo deputata ad ospitare un edificio residenziale di nuova costruzione. Essa da sempre rimane luogo ben codificato nella città, vicino allo stadio ed alla pineta, un luogo che, dalla ricostruzione post-bellica sino ai nostri giorni, ha assunto funzione di aggregazione sociale. Il piccolo edificio, che verrà abbattuto per dar spazio ad un fabbricato residenziale, nasce come asilo, funzione sociale legata al quartiere Ina casa di via D’Avalos sorto negli anni ’50, ma di dotazione a tutto l’ambito circostante.

Benché ormai inglobato nel tessuto della città, tra le quinte di viale Pepe e via D’Avalos, ha sempre conservato la sua piccola identità rispondendo alle intenzioni iniziali di un’edilizia funzionale di necessità il cui valore si misura con la sua semplicità e capacità di svolgere esigenze per la collettività. Ma è necessario sottolineare anche il valore storico documentale di tutto il quartiere in questione che, – osserva Italia Nostra – inserito in un contesto della città allora di periferia quasi di confine, assume oggi un ruolo testimoniale di un’idea di progetto concepito quale processo costruttivo post-bellico che potremmo definire di corretta edilizia, dalla scala urbana a quella tipologica, con una particolare attenzione ai rapporti tra i vari elementi costruttivi e l’articolazione degli spazi anche verdi”.

“Italia Nostra, ancora una volta, – conclude la nota – deve segnalare un progressivo disinteresse delle Amministrazioni comunali susseguitesi in questi ultimi anni verso la conservazione e la tutela non solo del patrimonio arboreo esistente, ma anche degli edifici che rappresentano la memoria storica della Città, divenuti col tempo, anche luogo di aggregazione sociale, soprattutto nei quartieri periferici”.

 

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