Pescara. E’ ormai prassi, seppur triste e inaccettabile: il mare di Pescara diventa non balneabile ad ogni temporale: il sindaco, dopo la pioggia di ieri, ha emanato l’ennesimo divieto di balneazione temporaneo.
La causa è sempre quella: le fogne si riempiono con la pioggia e l’impianto di depurazione arriva al “troppo pieno”, determinando sversamento di liquami nel fiume, quindi nell’Adriatico.
Eppure, nella mattinata odierna sono stati resi noti i risultati dei campionamenti di routine effettuati dall’Arta lo scorso 9 agosto, quando le fogne andarono in black out per 20 minuti, e hanno restitutito valori conformi su tutti i punti di prelievo del litorale cittadino.
Tuttavia – come spiega una nota del Comune – a seguito delle piogge di ieri e della comunicazione ACA circa gli sfiori, è stato necessario ricorrere nuovamente al divieto temporaneo di 48 ore di balneazione, che vige sulla riviera a nord nella zona antistante via Muzii (dallo stabilimento Hai Bin fino alla Paranza compresi) e a sud nella zona antistante Fosso Vallelunga (dalla Zattera al Circolo della Vela).
“Questa mattina due dati contrastanti mettono ancora una volta in evidenza come la qualità delle acque di balneazione della città di Pescara si riacquistano esclusivamente attraverso il sistema di duplicazione dell’attuale depuratore e quello a lungo termine, riguardante la separazione delle acque bianche dalle nere – così il sindaco Marco Alessandrini e il vice sindaco Enzo Del Vecchio – Infatti, dopo le piogge di ieri e seguendo l’obbligo prescritto dalle norme nazionali e regionali, il depuratore di Pescara non è stato in grado di gestire tutte le portate di acqua reflue e piovana e l’ACA ha comunicato di aver dovuto attivare gli sversamenti a fiume su alcune delle condotte. Pertanto il Comune ha dovuto emettere la relativa ordinanza di divieto temporaneo di 48 ore. Si tratta di un provvedimento precauzionale, a tutela della salute pubblica, ma che certamente non favorisce il settore turistico della nostra città, in primis le attività degli stabilimenti balneari, specie in un periodo delicato come questo”.
“Queste due situazioni confermano come ormai sia non più rinviabile intervenire sul depuratore e sulle condotte delle acque reflue”, proseguono i due amministratori comunali, “in definitiva continueremo a lavorare anche il questi giorni, per recuperare il troppo tempo perduto durante le decine di anni trascorsi senza iniziativa, non escludendo di sollecitare l’ipotesi avanzata dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso, ovvero di richiedere al Governo la nomina di un Commissario straordinario con poteri in grado di accelerare i tempi realizzativi dei programmi e progetti inerenti tale materia e risolutivi dei problemi che dobbiamo ancora affrontare”.