Pescara. “Per inizio marzo consegneremo formalmente le chiavi dei locali del centro sociale di piazza dei Grue al Consiglio Direttivo del primo Centro sociale per anziani autogestito che l’amministrazione comunale ha deciso di sperimentare nel rione Porta Nuova”. ”. Lo ha annunciato l’assessore alle Politiche sociali Guido Cerolini nel corso della conferenza stampa convocata quest’oggi per illustrare l’avvio della sperimentazione del primo modello di autogestione del centro sociale di piazza dei Grue, momentaneamente chiuso dallo scorso primo febbraio. Presenti il vicepresidente della Circoscrizione Porta Nuova Genesio Pitucci, i Coordinatori delle Commissioni circoscrizionali Politiche sociali Piero Stanchi e Decentramento Enrico Di Brigida, oltre ai nove membri del Consiglio Direttivo eletti ieri pomeriggio.
Chiare le motivazioni che hanno indotto gli amministratori a portare avanti l’iniziativa: “innanzitutto la consapevolezza che gli anziani a Pescara sono più di un quarto della popolazione totale” spiega meglio Cerolini, “ma anche che quegli anziani non hanno sempre necessariamente bisogno di assistenza, anzi spesso sono attenti alla prevenzione e sono interessati a operare in un gruppo sociale, culturale ed è per tale ragione che in altre città si era già diffusa l’idea di centro sociale autogestito come luogo di aggregazione. Dunque un’autogestione non più tramite una cooperativa, come quelle che ancora per tre anni lavoreranno negli altri centri sociali della città”.
L’amministrazione ha scelto di avviare proprio nel Centro più piccolo e giovane un progetto accolto bene anche dagli utenti perché consapevoli del ruolo rilevante che essi stessi avranno nella struttura. L’obiettivo è quello di dare una chance agli anziani che si sentiranno responsabilizzati e potranno decidere quali attività svolgere nella struttura, con relativi orari e adesioni.
“La Circoscrizione” ha chiarito il Coordinatore Stanchi “è stata attiva nella redazione del primo Regolamento che nei prossimi mesi potremo anche migliorare, accogliendo i suggerimenti provenienti dallo stesso Comitato Direttivo del Centro al quale andremo ad affidare un bene del quartiere. All’interno della struttura potranno essere organizzate iniziative ricreative e di socializzazione, culturali, attività ludico-motorie, di educazione sanitaria e di prevenzione, laboratori artigianali, attività di solidarietà sociale e di scambio intergenerazionale, consulenze professionali gratuite, biblioteca e sala lettura, e anche un piccolo servizio bar autogestito senza fini di lucro. Nella giornata di ieri si sono svolte le votazioni per l’elezione del Comitato Direttivo di gestione: su 395 elettori censiti, hanno votato 227 cittadini, con 225 voti validi, una scheda bianca e una scheda nulla. Nove i candidati eletti: Aida Della Penna (110 voti), Silvio Granata (34 voti), Silvana Di Meco (23), Guglielmo Latino (15), Anna Teresa Gatto (14), Fiorenzo Trombetta (13), Osvaldo Rapino (12), Gaetana Di Fazio (3) e Graziano Pitucci (1). E nelle prossime ore lo stesso Comitato di Gestione assegnerà le cariche di Presidente, vicepresidente e Tesoriere”.
“Ovviamente” ha ripreso l’assessore Cerolini “l’amministrazione comunale che, per regolamento, ogni anno stanzierà un fondo per garantire il funzionamento del Centro sociale per la realizzazione delle iniziative, seguirà da vicino lo svolgimento della sperimentazione che vogliamo estendere a tutta la città. Per inizio marzo ci sarà la consegna ufficiale delle chiavi dei locali adibiti a Centro sociale al Comitato, una volta terminati gli adempimenti burocratici, e a quel punto la struttura potrà riaprire agli iscritti”.
Le critiche del consigliere William Facchinetti (PRC). “L’autogestione del centro sociale sbandierata dal Comune parte nel peggiore dei modi. Il taglio dei fondi è alla base dei problemi. Ora il quartiere rischia di perdere un punto di riferimento sociale importantissimo. Il Comune convochi subito un tavolo con tutti gli attori protagonisti. Quanto accaduto martedì scorso (mancata elezione del presidente del comitato di gestione) è il frutto avvelenato del taglio dei fondi che permettevano il funzionamento del centro sociale attraverso il lavoro di una cooperativa, obbligando gli anziani ad autogestirsi per poter garantire l’apertura dei locali di piazza Grue. L’autogestione è modello virtuoso solo se pianificato ed organizzato, e non se viene usato come uno strumento per gestire l’emergenza come ha fatto il Comune: il taglio di oltre 40mila euro praticato dall’amministrazione Mascia ha avuto come effetto immediato la chiusura del centro e di tutte le sue attività. In questo contesto è maturata l’idea dell’autogestione, che ora rischia di lacerare i rapporti personali tra gli anziani, oltre a non garantire il corretto funzionamento della struttura e delle sua attività. Ricordo che all’interno del centro si svolgevano corsi di ginnastica, di inglese, di teatro, oltre alla presenza di uno spazio fisico dove gli anziani possono ritrovarsi per giocare a carte o semplicemente per stare insieme. A questo punto è necessario che il Comune si attivi e convochi subito un tavolo con tutti i soggetti coinvolti per arrivare nel più breve tempo possibile ad una soluzione condivisa che rassereni gli animi e permetta al quartiere di poter continuare ad usufruire di quell’importantissimo punto di riferimento che l’amministrazione di centrosinistra con un grande sforzo era riuscito a dare alla cittadinanza”.