Pescara. Vertice a Roma giovedì prossimo, 24 febbraio, sull’emergenza dragaggio al porto canale di Pescara. L’incontro è stato convocato direttamente dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, della presidenza del Consiglio dei Ministri e vedrà la presenza, oltre che del Comune di Pescara, anche del presidente della Regione Abruzzo, delle direzioni regionali della Protezione Civile e dei Trasporti, Mobilità e Viabilità, del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche, con l’ingegner Fabio Riva, la Direzione Marittima di Pescara, il dottor Marco Lupo del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Commissario delegato ex Opcm l’architetto Adriano Goio.
Obiettivo della riunione è quello di giungere in tempi rapidissimi alla definizione della nomina del Commissario Goio con l’attribuzione di poteri straordinari per garantire il dragaggio dello scalo portuale di Pescara.
“Venerdì scorso, durante la seduta straordinaria del Consiglio comunale sulla problematica del dragaggio – ha ricordato il sindaco Luigi Albore Mascia –, abbiamo vissuto una giornata ‘drammatica’ registrando la comprensibile protesta di due rappresentanti della nostra marineria dinanzi a una situazione che ho definito grottesca anche se questa volta il problema del ritardato dragaggio dello scalo non è ascrivibile alla politica; le responsabilità risiedono nei livelli regionali burocratici e scientifici. La realtà è che abbiamo assistito a un rimpiattino da parte dell’Arta e forse la responsabilità della Regione è solo quella di aver lasciato all’Arta dei consulenti che hanno svolto ruoli istituzionali con altri governi e che invece la Regione avrebbe dovuto rinnovare. Nel vertice dell’Arta si sono dette cinque cose diverse in pochi mesi: prima che i fanghi erano buoni, per l’80 per cento sabbia e 20 per cento materiali tossici; poi tutto il contrario, ossia che per il 90 per cento erano tossici e per il 10 per cento buoni; poi c’è stata la vicenda della vasca di colmata. In realtà la struttura non è colma, ma non ha mai avuto la camicia di coibentazione, come se i fanghi in passato avessero avuto una diversa consistenza e allora l’Arta dovrebbe ora spiegarci come ha potuto in passato autorizzare l’utilizzo della stessa vasca. A questo punto dobbiamo individuare una soluzione”.
Intanto questa mattina è arrivata la risposta del Capo Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Franco Gabrielli, che ha inviato un fax ricordando che nei giorni scorsi “è stato chiesto di dichiarare lo stato di emergenza per il porto di Pescara, per consentire di fronteggiare la situazione di pericolo determinatasi nelle acque del medesimo Porto, a seguito del forte incremento dei depositi di materiale solido trasportato dalle piene del fiume Pescara. Al fine di individuare le soluzioni urgenti da adottarsi, è convocata una riunione per il giorno 24 febbraio, che si terrà presso la sede del Dipartimento della Protezione civile”.
“La convocazione – ha commentato ancora il sindaco – è stata assolutamente tempestiva: l’impresa Nicolaj, che si è aggiudicata l’appalto per l’escavazione dei primi 2mila metri cubi di sabbia, sta portando avanti il proprio lavoro, ma ora dobbiamo garantire continuità alle operazioni sino a giungere alla copertura dei 4milioni 400mila euro disponibili. Per agire velocemente è fondamentale la nomina del Commissario, già individuato nella figura dell’architetto Goio, il quale potrà far ricorso alle procedure di somma urgenza per proseguire con il dragaggio, anche utilizzando un secondo vettore per accelerare i lavori e concluderli prima dell’inizio della stagione balneare. Nomina che probabilmente verrà discussa nel vertice di giovedì prossimo”.