Pescara. “Per combattere efficacemente l’inquinamento provocato dal traffico non occorrono misure-spot, ma interventi duraturi nel tempo”. E’ quanto afferma la Cna di Pescara, che in una lettera indirizzata al sindaco della Città, all’assessore alla Mobilità urbana, al prefetto, al comandante della Polizia municipale, al direttore generale dell’Asl e all’Agenzia regionale di tutela ambientale, solleva la mancata applicazione dell’ordinanza 7 dicembre 2001, che ha introdotto in alcune aree cittadine l’obbligo di esporre il “bollino blu” sul cruscotto delle auto.
La misura, individuata alla fine degli anni Novanta dal ministero dei Trasporti per certificare l’avvenuto controllo delle emissioni dei gas di scarico delle automobili, secondo la Cna pescarese è finita a mano a mano nel dimenticatoio per scelta delle diverse amministrazioni comunali degli ultimi anni; con il risultato di allentare, se non azzerare del tutto vigilanza e sanzioni, e di spingere così i cittadini a non controllare più periodicamente lo stato dei propri mezzi.
Secondo l’associazione degli artigiani, la lettura dei dati forniti da alcuni importanti organismi (da ultimo, il rapporto Mal’Aria di Legambiente e l’indagine sulla mobilità sostenibile di Euromobility) fotografa una realtà fortemente preoccupante nel capoluogo adriatico: Pescara, infatti, nel rapporto dell’associazione ambientalista risulta tra le prime 50 città più inquinate d’Italia per emissioni di “polveri sottili”, in quello dell’associazione per la mobilità tra le prime sei città italiane per densità di abitanti.
Secondo l’associazione presieduta da Riccardo Colazilli, occorrono dunque misure proporzionate alla gravità del problema, ma anche alla funzione che la città esercita come polo d’attrazione nei confronti del resto della regione: ogni giorno sono migliaia i residenti di altri centri che scelgono Pescara per le proprie attività professionali, per motivi di studio, per utilizzare i suoi tanti servizi (stazione ferroviaria, aeroporto): “Il fatto che numerose vie della città rechino ancora l’obbligo di esporre il bollino blu, ma senza che vengano effettuati controlli da parte delle forze di Polizia municipale – scrive – mostra la scarsa considerazione con cui viene affrontato il problema: non si comprende, infatti, perché vengano preferite misure una tantum e spot, come le domeniche senz’auto che lasciano il tempo che trovano, a interventi più strutturali per il controllo delle emissioni delle auto. La verifica annuale sulle emissioni della propria auto costa al consumatore davvero pochissimi spiccioli, ma in cambio il parco-auto circolante viene sottoposto a un controllo continuo del suo stato di salute”.
A riprova dell’allentamento delle misure legate al controllo sulle emissioni dei gas di scarico, la Cna cita i dati relativi al centinaio di officine meccaniche associate nel territorio provinciale (una quarantina delle quali presenti in città, e comunque rappresentative di almeno il 70% del totale), abilitate al rilascio del bollino: “Una caduta verticale tra 2007 e 2010, visto che sono passati da 20.559 ad appena 14.165, con la flessione più netta proprio in città, dove nell’ultimo anno sono stati rilasciati 3.905 bollini, contro gli 8.589 di tre anni prima”.