Pescara, Attiva chiede più soldi per smaltire i rifiuti

rifiutiPescara. Immondizia come Napoli? Nel capoluogo adriatico il problema non sembrerebbe lo smistamento bensì i pochi fondi destinati all’azienda che si occupa della gestione rifiuti che da mesi lamenta seri problemi economici di fondo. La Attiva oggi si ritrova a gestire la pulizia di ben 800 strade cittadine, per 300 chilometri complessivi, smaltendo 80mila quintali di rifiuti l’anno, garantendo la pulizia di 24 spiagge libere, senza considerare gli interventi straordinari per eventi e iniziative e i mercati, su una città che conta circa 122mila residenti, che però nelle ore diurne diventano 300mila per i cosiddetti ‘city users’, ossia utenti pendolari che studiano, lavorano o vivono la città ovviamente producendo anche pattume.

Attualmente sono poi ben 70mila i cittadini interessati dalla raccolta differenziata spinta porta a porta, ossia il 27 per cento della popolazione che entro il 2011 potrebbero salire a 85mila, coprendo il 35 per cento della città. Parliamo di una mole di lavoro oggi coperta da 120 dipendenti effettivi e 42 interinali. E proprio paragonando la realtà pescarese con altre città simili, la Attiva ha verificato che attualmente il Comune di Pescara destina alla società una spesa pari a 90 euro per ogni abitante, a fronte dei 132 euro garantiti nelle altre città, quindi di fondo ci sarebbe un gap di circa 42 euro che, secondo Lancasteri, produrrebbe due problemi, un primo di natura industriale e un secondo di natura economica. Dal punto di vista industriale oggi la Attiva non sarebbe più in grado di ammodernare la struttura tecnica, dunque i mezzi e le attrezzature, costringendo gli operatori a lavorare con mezzi e furgoni che hanno anche dieci anni di vita sulle spalle e migliaia di chilometri, con relativi problemi, senza parlare del personale che ha bisogno di formazione e qualificazione continua. Dal punto di vista finanziario la Attiva vanta crediti dal Comune di Pescara non ancora saldati e per compensare tali crediti la società deve rivolgersi agli Istituti di credito con relativi oneri. A fronte di tali considerazioni la Attiva ha predisposto un Piano industriale chiedendo al Comune di adeguare la spesa pro-capite a 132 euro per abitante, con un aumento del capitale dell’azienda sino a 4milioni di euro per garantire l’adeguamento della struttura tecnica e il versamento del pregresso. L’amministrazione si assume dunque l’impegno di rivedere come vengono spesi i proventi  della Tarsu e per tale ragione mercoledì prossimo il Presidente Lancasteri presenterà alle Commissioni il Piano industriale redatto per la Attiva in cui sarà possibile verificare le voci di spesa previste nello strumento e la loro effettiva necessità.

Monica Coletti

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