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Pescara pensa a gemellaggio con Serbia

Pescara. Dopo Monstar il capoluogo adriatico guarda nuovamente verso l’altra sponda dell’Adriatico e pensa ad un gemellaggio con la città serba di Jagodina, un comune di 80mila abitanti situato a circa 130 chilometri a sud di Belgrado, e a 120 chilometri da Nis, la città di Costantino, dotata di infrastrutture, autostrada e aree da destinare allo sviluppo industriale, pronta a ricevere investimenti da Pescara, a ospitare insediamenti industriali, attivando un fitto rapporto turistico-commerciale con il nostro mondo imprenditoriale.

E’ quanto proposto stamane nel corso dell’incontro con l’ambasciatrice della Serbia a Roma, Sanda Raskovic-Ivic, che ora formalizzerà tale proposta indirizzandola, oltre che all’amministrazione comunale, anche al Presidente della Camera di Commercio e all’Unione Industriali, proponendo già un primo contatto a gennaio, quando a Belgrado la Regione Abruzzo stipulerà un protocollo d’intesa economico con il Primo Ministro serbo. Un progetto che in realtà ben si inserisce nei rapporti che Pescara sta portando avanti con l’altra sponda dell’Adriatico, puntando all’attivazione di un collegamento aereo diretto con Mostar. Lo ha annunciato il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia al termine del colloquio in Comune con l’ambasciatrice serba a Roma.
“Un incontro interessante in cui la stessa Serbia ha avanzato la volontà di attivare un gemellaggio specifico e diretto con la città di Pescara – ha spiegato il sindaco Albore Mascia”. In particolare l’ambasciatrice Raskovic-Ivic ha paventato la possibilità di attivare un rapporto economico tra Pescara e la Serbia: “Jagodina è una città nota per l’agricoltura, per l’industria della lavorazione delle carni, per l’industria metalmeccanica e industria dei cavi che oggi impiegano tremila persone. L’amministrazione della città è pronta a offrire gratis 150 ettari in zona industriale, vicino al Corridoio numero 10, l’autostrada, con infrastrutture, per eventuali insediamenti pescaresi, con una sola condizione, ossia l’assunzione di almeno 23 persone per ogni ettaro occupato, dando anche incentivi da 2mila a 10mila euro per nuovi insediamenti e l’esenzione dalle tasse da cinque a dieci anni, una sorta di ‘Zona franca’”. “Sicuramente si tratta di una proposta economica interessante che dovrà però essere valutata dagli Organismi deputati, come l’Unione Industriali o la Camera di Commercio, punti di riferimento per i nostri imprenditori”, ha spiegato il sindaco Albore Mascia.

Monica Coletti